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Più risorse per la difesa dal rischio idrogeologico e più invasi per stoccare l’acqua quando cade in abbondanza
Scritto il 05-11-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Calamità atmosferiche
Una forte ondata di maltempo ha travolto in questi giorni l’Italia con piogge torrenziali, mareggiate, venti che hanno raggiunto punte elevatissime, trombe d’aria, corsi d’acqua esondati, allagamenti, frane, smottamenti, interi paesi isolati, danni alle infrastrutture e purtroppo molte vittime. Flagellato dal maltempo anche il Piemonte, dove si segnalano diffuse criticità e continua l’allerta.
Il nostro Paese é in continua “emergenza maltempo” per la mancanza di una vera politica di difesa e conservazione del suolo. In questi anni poco si è fatto per tutelare il territorio da incuria e degrado e per evitare l’abbandono delle terre agricole, soprattutto quelle marginali, da parte degli agricoltori, i soli che possono garantire la corretta gestione delle risorse idriche, la manutenzione del reticolo idrografico ed impediscono l’erosione delle pendici montane e collinari. È ormai tempo che il nostro paese si doti di un piano organico di interventi finalizzati alla prevenzione idrogeologica.
A tutto questo si deve aggiungere che le piogge “eccezionali” sono sempre più concentrate in pochi giorni e si alternano a lunghi periodi di siccità. Conseguentemente stoccare l’acqua nei periodi di abbondanza, per poi rilasciarla durante i mesi di maggior siccità, é diventata un’esigenza non più differibile. Occorre quindi riprendere un confronto serio e costruttivo sulla tematica degli invasi perché gli schemi idrici attuali non sono più in grado di reggere. E’ necessario il varo di un vero piano di potenziamento delle infrastrutture e dei bacini di accumulo.
L’Uncem da tempo insiste sulla necessità di programmare, con interventi pubblico-privati, la realizzazione di piccoli invasi – dai 2 ai 10 milioni di metri cubi d’acqua – in ciascuna vallata, capaci di garantire l’uso plurimo: uso potabile, produzione idroelettrica, rilascio estivo per agricoltura, irrigazione di pascoli in quota con sistemi a caduta.
“Serve una strategia, una mappatura delle opportunità in tutto il Piemonte – afferma il Presidente di Uncem Piemonte Lido Riba – Non servono progetti di enorme dimensione, impattanti e contrastati dall’opinione pubblica. Bensì opere molto più piccole, che permettono un ritorno di parte dell’investimento”.