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Fatturazione elettronica: secondo il Garante della privacy va cambiata
Scritto il 19-11-2018 da Ufficio stampa | Categoria: burocrazia
A partire dal 1° gennaio 2019 sarà in vigore la fatturazione elettronica obbligatoria che riguarderà anche gli agricoltori. Il nuovo obbligo è stato messo sotto accusa dal Garante della privacy secondo il quale presenta elevati rischi “per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito”. Insomma la fatturazione elettronica, così come è stata regolata dall’Agenzia delle Entrate, mette a rischio la privacy.
Secondo le nuove disposizioni, l’Agenzia, non archivierà solo i dati obbligatori a fini fiscali, ma la fattura vera e propria, che contiene di per sé molte informazioni di dettaglio. Ad esempio le abitudini e le tipologie di consumo legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni (es. regolarità nei pagamenti, appartenenza a particolari categorie di utenti), o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali.
Altre criticità, scrive Corinna De Cesare del Corriere della Sera, “derivano dalla scelta dell’Agenzia delle entrate di mettere a disposizione sul proprio portale, senza una richiesta dei consumatori, tutte le fatture in formato digitale. Anche per chi preferirà comunque continuare a ricevere la fattura cartacea direttamente dal fornitore, come garantito dal legislatore”. Tutto qui? Non proprio. ”Perché è dubbio, in materia di privacy – prosegue Corinna De Cesare -, anche il ruolo assunto dagli intermediari delegabili dal contribuente per la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture, alcuni dei quali operano anche nei confronti di una moltitudine di imprese. E che si troverebbero ad avere accesso a enormi masse di dati personali con un aumento dei rischi, non solo per la sicurezza delle informazioni, ma anche sugli usi impropri grazie a possibili collegamenti e raffronti tra fatture di migliaia di operatori economici”
Anche le modalità di trasmissione offerte dall’Agenzia presentano, secondo il Garante, “criticità per quanto riguarda i profili di sicurezza, a partire dalla mancata cifratura della fattura elettronica, tanto più considerato l’utilizzo della PEC per lo scambio delle fatture, con la conseguente possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica”.
Staremo a vedere se il Governo terrà o meno in considerazione le osservazioni del Garante della privacy.