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Dino Scanavino al Forum “Food&Made in Italy”: agricoltura 4.0 chiave di sviluppo del settore
Scritto il 27-11-2018 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
L’agricoltura di precisione è una strategia gestionale dell’agricoltura che si avvale di moderne strumentazioni, rispondenti al nome di internet, big data, robotica, intelligenza artificiale, ed è mirata all’esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali e delle caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo.
Negli Usa il 60% delle fattorie già utilizzano trebbiatrici con monitor che danno informative sul raccolto, macchinari collegati con satelliti, immagini satellitari, droni, e la percentuale è in crescita. In Italia, invece, come ha sottolineato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, intervenendo il 21 novembre scorso a Milano al Forum Food&Made in Italy promosso dal Sole24Ore “L’agricoltura di precisione è nel core business solo dell’1% delle imprese attive”.
E’ necessario che l’agricoltura italiana faccia un salto in avanti in direzione della modernità e la Cia-Agricoltori italiani intende accompagnare questo processo di ammodernamento.
“Il progetto che portiamo avanti come Cia -ha continuato Scanavino– mira ad intervenire sui costi produttivi, iniziando dal risparmio sulla bolletta energetica e dalla riduzione dell’impiego di mezzi strumentali. Grazie all’utilizzo di software intelligenti infatti, l’agricoltore può ottenere indicazioni puntuali sui reali bisogni delle colture, dei vari processi agronomici e di trasformazione, eliminando gli sprechi”.
L’obbiettivo del progetto non è solo creare efficienza nei processi produttivi, ma anche in quelli di scambio merci e informazioni tra i vari attori della catena del valore. Per garantire l’interconnessione delle filiere occorre però che si realizzino alcune condizioni. Innanzitutto, è necessaria l’estensione della banda larga ed ultralarga anche alle zone rurali. Purtroppo l’Italia oggi arranca nelle classifiche europee per connessioni a banda ultralarga. Occorre che lo Stato e le Regioni investano in questa direzione, soprattutto per coprire le zone rurali, dal momento che queste ultime non sono molto “interessanti” per gli operatori privati.
Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte