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Attenti al lupo anche sulla collina di Torino
Scritto il 26-11-2018 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
E’ stato un “annus horribilis” per i margari ed i pastori a causa delle predazioni dei lupi, che sulle Alpi piemontesi sono aumentati in numero, distribuzione e densità, ma la cui presenza é ormai segnalata anche molte zone collinari. Nel Chivassese e nel Basso Astigiano in un anno sono stati sbranati ottanta ovini. Le indagini genetiche eseguite dall’Ispra hanno stabilito con certezza che le predazioni sono da attribuirsi ai lupi.
La Regione ha messo a disposizione dei contributi economici per il rimborso delle spese per l’acquisto di recinzioni elettrificate e cani da guardania, ma allevatori e pastori chiedono soluzioni più radicali. E’ necessario ed urgente che il Governo approvi e renda operativo il piano di gestione del lupo e consenta alle Regioni di intervenire con forme di controllo numerico della specie. Contemporaneamente il Governo deve muoversi nei confronti della Commissione Europea perché il lupo non sia più considerato animale protetto, vista la sua grande espansione in Europa.
Esistono molte convenzioni internazionali volte a tutelare le pratiche agricole, la biodiversità delle razze animali autoctone, la cultura locale, oltre a norme fondamentali che tutelano la sicurezza, la libertà economica, la proprietà. Tutte queste tutele, sono diritti che vanno difesi: non si può dare come unica priorità la conservazione del lupo. Serve un giusto compromesso.
Anche l’Uncem Piemonte è intervenuta sull’argomento. Spiega il vice presidente Marco Bussone: “L’aumento di branchi di lupi rischia di compromettere l’attività estiva di margari e pastori. L’economia montana ha il suo fulcro nelle attività agricole e queste vanno salvaguardate, preservate, aiutate e difese dai predatori delle pecore e delle vacche”.