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7.000 comuni e 150.000 imprese agricole sono esposti a rischi ambientali, la denuncia di Scanavino all’Assemblea nazionale della Cia.
Scritto il 30-11-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Cia
“Agricoltori Italiani: il Paese che vogliamo. Territorio, infrastrutture, innovazione”. Questo il titolo dell’Assemblea nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Roma, giovedì 29 novembre presso l’Auditorium della Conciliazione, a cui hanno partecipato quasi duemila imprenditori agricoli, provenienti da tutte le regioni italiane, tra cui anche una folta delegazione dal Piemonte guidata dal Presidente regionale Gabriele Carenini.
“Tra maltempo, calamità naturali, dissesto idrogeologico e fauna selvatica – ha detto il Presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino – non prevenire è già costato all’Italia oltre 20 miliardi di euro negli ultimi dieci anni. Ancora oggi, quasi 7.000 comuni e 150.000 imprese agricole sono esposti a rischi ambientali. L’incuria e la cementificazione senza regole continua a bruciare 14 ettari di terreno coltivabile al giorno e più di 6 milioni di cittadini risiedono in aree soggette a frane e alluvioni. Questi dati allarmanti hanno spinto Cia-Agricoltori Italiani a lanciare un progetto di manutenzione infrastrutturale del territorio nazionale, recuperando gli enormi ritardi infrastrutturali e puntando sulla centralità dell’agricoltura”.
“La parola d’ordine deve essere prevenzione, non più emergenza -ha continuato Dino Scanavino– basta azioni spot nate a seguito dell’ultima tragedia. Nel nostro progetto, che vogliamo sottoporre da oggi a Istituzioni nazionali e locali, ci sono le linee guida per un reale cambio di marcia”.
Si deve partire dall’immediata messa in sicurezza dei territori più a rischio e da un’attenta programmazione per il futuro, incominciando dalle aree interne. Sono necessarie, poi, reali politiche di governance del territorio: dallo sviluppo dei verde urbano e della bioedilizia alla valorizzazione del presidio degli agricoltori, lavorando per contrastare il consumo di suolo, l’abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali, e salvaguardando il patrimonio boschivo.
Occorre anche favorire reti d’impresa territoriali, mettendo in sinergia agricoltura, commercio, logistica, turismo, enti locali e cittadini, in un’ottica di sistema integrato. Non è più rinviabile, inoltre, un nuovo e più efficace piano di intervento sulla questione fauna selvatica, dal momento che danni e pericoli hanno assunto una dimensione insostenibile anche in termini di sicurezza nazionale. Infine, se ben orientate, le risorse della nuova Pac potrebbero concorrere al rilancio delle comunità e delle economie locali, mettendo assieme Fondi strutturali Ue, misure di sostegno, incentivi e programmi di infrastrutturazione del territorio.
“Questo è il contributo degli Agricoltori Italiani per il Paese che vogliamo -ha concluso Dino Scanavino-. Territorio, infrastrutture e innovazione sono i tre asset su cui investire risorse e costruire politiche di sviluppo, da subito, mettendo in rete governo, regioni, comuni ed enti locali, con le altre risorse socio-economiche dei territori e valorizzando il ruolo essenziale dell’agricoltura”.
Nella foto: Gabriele Carenini con la delegazione della Cia di Alessandria