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Vendemmia, meglio le assunzioni temporanee dei “nuovi voucher”
Scritto il 07-09-2018 da Ufficio stampa | Categoria: burocrazia
I voucher introdotti con il Decreto Dignità hanno poco in comune con i “vecchi” voucher, utilizzati fino a due anni fa. E la procedura per attivarli é alquanto complicata. Il comparto vitivinicolo – quello che storicamente ha utilizzato di più i vecchi voucher- si sta orientando sulla strada delle assunzioni temporanee.
Critico sui voucher introdotti con il Decreto Dignità il Presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino: “Chi ha festeggiato vittoriosamente la reintroduzione dei voucher ha festeggiato qualcosa che non esiste, con il risultato di fornire un’informazione sbagliata alle imprese agricole”.
Critiche anche le Cia di alcune delle Regioni più importanti dal punto di vista vitivinicolo. Il Presidente della Cia Toscana, Luca Brunelli: “In effetti tutti speravamo che venissero reintrodotti i buoni lavoro così come li avevamo conosciuti. Ma la legge 96/2018 ha soltanto facilitato il ricorso al contratto telematico per le prestazioni occasionali dell’Inps”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Cia di Padova, i cui iscritti non faranno ricorso ai “nuovi voucher”. Per il direttore Maurizio Antonini si tratta di un contratto a tempo determinato, che – a fronte di un allungamento da tre a dieci giorni del periodo in cui è possibile svolgere la prestazione, impone alle aziende un aggravio sia in termini burocratici (iscrizione all’Inps, obblighi di comunicazione, ecc.) che di costi: al lavoratore vanno 9 euro l’ora, il costo aziendale è di 13 euro l’ora. In termini economici ben più cari dei contratti a tempo determinato classici. “Il timore è – continua Antonini – che un provvedimento del genere non avrà nessun impatto positivo sull’agricoltura anzi, porrà un freno all’utilizzo dei lavoratori occasionali”.
“Il precedente sistema dei buoni lavoro invece era pratico e snello– spiega il Presidente regionale della Cia, Gabriele Carenini -e si adattava perfettamente alla natura occasionale del rapporto di lavoro che caratterizza la vendemmia e le raccolte della frutta. I vecchi voucher erano cartacei e si potevano acquistare sia per via telematica, sia nelle tabaccherie. Nel periodo in cui hanno trovato applicazione (2008-2016), il lavoro dipendente in agricoltura, nonostante la crisi economica che non ha certo risparmiato il settore primario, ha sostanzialmente tenuto e in alcuni anni ha fatto registrare addirittura un incremento degli occupati. Non è intervenuta dunque alcuna destrutturazione del lavoro dipendente”.