In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
Il prezzo del latte alla stalla deve essere remunerativo almeno dei costi di produzione
Scritto il 12-09-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Latte
La produzione lattiera piemontese si è stabilizzata negli ultimi anni intorno ai 10 milioni di quintali/campagna (circa il 10% del latte italiano) a fronte della sensibile riduzione del numero degli allevamenti, meno di 2.000 unità, effetto di un continuo processo di concentrazione e ristrutturazione. Una frazione importante delle aziende, circa il 30%, si colloca nelle aree di montagna, prevalentemente collegata a produzioni casearie tipiche. Il settore rappresenta oltre il 10% del valore della produzione agricola regionale.
Il principale fattore di criticità degli ultimi anni, accentuato dalla fine del regime delle quote, è stato la estrema volatilità del prezzo del latte alla stalla.
Il sistema di indicizzazione introdotto in Piemonte nel 2011, basato sull’andamento del mercato dei principali prodotti lattiero-caseari e dei fattori di produzione, consentiva di definire il prezzo del latte in maniera automatica ed in rapporto alle dinamiche del mercato, ma già a partire dalla metà del 2012 il sistema è stato di fatto abbandonato. I produttori da quel momento sono stati costretti a subire le decisioni prese unilateralmente dagli industriali trasformatori, alcuni dei quali quasi monopolisti del settore, e dalla Gdo.
Il Tavolo del Latte istituito dalla Regione Piemonte deve porsi come obbiettivo quello di individuare degli strumenti condivisi per evitare che ogni volta che il mercato del latte e dei prodotti lattiero caseari incontra delle difficoltà, queste difficoltà vengano scaricate interamente sui produttori, ed ogni volta che il mercato tira siano solo industriali e Gdo a trarne beneficio.
Anche su Piemunto il marchio voluto dalla Regione Piemonte per valorizzare nella grande distribuzione i prodotti lattiero-caseari del territorio è lecito nutrire qualche perplessità. Al momento, infatti, se ne avvantaggiano soltanto la grande distribuzione e l’industria, ma non gli allevatori che forniscono la materia prima, ai quali il latte continua ad essere pagato allo stesso prezzo di prima.