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La stagione della caccia si avvia tra ricorsi e sentenze di tribunali
Scritto il 18-09-2018 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
In Piemonte la caccia partirà regolarmente sabato 22 settembre ma il giorno dopo, domenica, ci sarà il primo stop previsto dal calendario venatorio. Il Tar ha infatti respinto il ricorso proposto da Federcaccia che aveva impugnato la decisione di sospendere l’attività venatoria nelle domeniche di settembre.
Il Tar ha respinto anche la richiesta di autorizzare la caccia, vietata dalla Regione, per diverse specie di animali, tra cui fischione, folaga, pavoncella, allodola, merlo, pernice bianca e lepre variabile, in attesa della pronuncia della Corte costituzionale che dovrebbe stabilire se la Regione possa o meno disciplinare in modo più restrittivo sulle specie cacciabili o questa sia materia esclusiva dello Stato. E’ infine in piedi un altro ricorso contro gli accorpamenti degli Atc e i nuovi criteri adottati per la composizione dei loro comitati di gestione.
Mentre la stagione della caccia si avvia tra ricorsi e sentenze di tribunali, gli agricoltori sono sempre in attesa che vengano adottati provvedimenti efficaci da parte delle istituzioni pubbliche per contenere la proliferazione della fauna selvatica.
L’ordinaria attività venatoria, così come viene organizzata e gestita in Italia, non rappresenta una forma di controllo delle varie specie di fauna selvatica, cinghiali e caprioli soprattutto. Anche l’estensione del periodo di prelievo e la concessione del prelievo in aree protette non hanno dato risultati apprezzabili.
Da anni le rilevanti criticità determinate dai danni causati all’agricoltura e alla zootecnia da alcune specie di fauna selvatica o inselvatichita hanno assunto dimensioni allarmanti, con gravi ripercussioni che incidono pesantemente sui bilanci economici delle aziende agricole e compromettono in vaste aree la coesistenza sostenibile tra attività umane e specie animali
Il problema della proliferazione incontrollata della fauna selvatica si sta trascinando da troppo tempo e gli agricoltori sono sempre più arrabbiati.