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Il Sottosegretario annuncia: i carabinieri forestali saranno autorizzati a sparare ai lupi, ma solo con proiettili di gomma
Scritto il 08-08-2018 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
I carabinieri forestali (soltanto loro) saranno autorizzati a sparare con proiettili di gomma ai lupi per allontanarli da alpeggi e centri abitati. È l’anticipazione fatta dal sottosegretario all’Ambiente Vannia Gava. Ma ndel governo gialloverde, alcuni ministri non la pensano allo stesso modo, per cui non si sa se all’annuncio seguiranno davvero i fatti. Per altro, quella di autorizzare soltanto i carabinieri forestali a sparare ai lupi con proiettili di gomma è una misura la cui efficacia appare molto dubbia.
Il sottosegretario ha preannunciato anche una ridiscussione della strategia nazionale per la gestione del lupo a partire dalla rivisitazione della direttiva europea Habitat: secondo Gava la popolazione di lupi, ormai sopra le 1500 unità, non è più da considerarsi come una specie a rischio estinzione e, di conseguenza, a nuovi approcci per la gestione dei problemi a loro legati.
Ma perché, invece di ripartire ex novo con una discussione sulla strategia nazionale per la gestione del lupo, che non si sa quando potrà terminare, non si riprende in mano il Piano lupo, fermo dal dicembre scorso alla Conferenza Stato-Regioni? Il Piano lupo prevedeva un lungo elenco di misure, tra cui, in casi estremi, l’abbattimento di un numero di lupi non superiore al 5 per cento del numero complessivo in Italia (non si trattava quindi di liberalizzare la caccia al lupo). L’empasse è sorto perché le Regioni Toscana, Veneto e Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano erano favorevoli all’abbattimento, mentre le altre Regioni erano contrarie.
In questi ultimi anni le razzie di animali selvatici e domestici ad opera dei lupi sono aumentate in modo esponenziale. La situazione é drammatica. Gli allevatori ed i pastori sono esasperati. La pastorizia e l’allevamento in montagna stanno diventando un’attività snervante, quasi impossibile.
I sistemi di recinzione e i cani da guardiania possono far poco contro gli attacchi del lupo, come dimostrano le esperienze di aziende agricole che, nonostante adeguate misure di difesa, hanno visto ugualmente il bestiame razziato. E in ogni caso le recinzioni possono risultare efficaci in certe condizioni orografiche e di sistema pastorale, ma non in altre, ed i costi per realizzare recinti alti e robusti sono spesso proibitivi.
La Cia del Piemonte ha chiesto alla Regione Piemonte di farsi interprete delle preoccupazioni degli agricoltori, dei pastori e degli allevatori che operano in montagna che chiedono di fermare le proliferazione dei lupi sulle nostre montagne. E’ in gioco l’economia di territori marginali nei quali l’allevamento del bestiame e la pastorizia sono tra le poche attività rimaste.