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Lupi e fauna selvatica, così non si può andare avanti

Scritto il 20-08-2018 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica

Continuano gli attacchi dei lupi. Gli ultimi in ordine di tempo sopra Ceresole Reale in Valle d’Orco ed in Valchusella. L’Ente Parco del Paradiso ha provveduto a garantire gli indennizzi agli allevatori, ma ammesso e non concesso che alle garanzie seguano davvero gli indennizzi, il vero problema sta diventando l’impossibilità per gli allevatori di svolgere la loro attività in santa pace.

In questi ultimi anni le razzie di animali selvatici e domestici ad opera dei lupi sono aumentate in modo esponenziale. La situazione è drammatica. Gli allevatori ed i pastori sono esasperati. La pastorizia e l’allevamento in montagna stanno diventando un’attività snervante, quasi impossibile.

A fianco degli allevatori si è schierata l’Uncem. “Uncem da sempre sta dalla parte degli allevatori – ha detto il Presidente Lido Riba –. Dobbiamo agire affinché non si smobiliti il presidio del territorio garantito da imprese e margari”. Riba chiede un’azione slegata da vincolo pseudoambientalisti.

Ancora più duro il Presidente della Cia di Torino Roberto Barbero: “Oltre sei milioni di euro di soldi pubblici spesi da Life Wolfalps senza arrivare a nessuna conclusione pratica – sostiene Barbero -, con rilevazioni che non riflettono nel modo più assoluto la gravità del problema. Soldi che sarebbe stato molto meglio utilizzare per difendere chi vive e lavora in montagna, anziché per proteggere un animale come il lupo, che è diventato un pericolo pubblico non più solo per gli allevamenti, ma anche per l’uomo”.

Barbero cita Paesi come Spagna, Francia e Norvegia, dove i piani di contenimento del lupo sono ormai una realtà che non suscita alcuno scandalo: “In Norvegia, su una settantina di lupi censiti, è stato disposto l’abbattimento di 47 capi, l’incremento consentito è di due capi all’anno. Anche l’Italia deve correre ai ripari, il più presto possibile, a cominciare dalla rottamazione del carrozzone pubblico di Life Wolfalps, di cui nessun allevatore sentirà la mancanza”.

Se la montagna piange, la pianura e la collina non ridono. In pianura ed in collina la dimensione dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura manifesta ormai punte da vera emergenza economica. La proliferazione incontrollata della fauna selvatica é anche un pericolo per la sicurezza dei cittadini. I cinghiali ed i caprioli sono tanti, troppi ed in deciso sovrannumero rispetto ad una quantità tollerabile.

La Cia del Piemonte, facendosi interprete delle proteste e degli allarmi sempre più numerosi che arrivano dal territorio, sollecita ancora una volta le Istituzioni ad assumere tutte le iniziative tecniche, organizzative e normative necessarie per prevenire e contrastare con efficacia la proliferazione della fauna selvatica. Invita anche le associazioni venatorie, ambientaliste e animaliste ad avviare insieme alle organizzazioni agricole una seria riflessione, senza pregiudizi, su come realizzare una seria ed efficace gestione faunistica. Così non si può andare avanti.