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Il prezzo della soia USA crolla e le importazioni nella UE aumentano del 283%
Scritto il 03-08-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazione erbacee
Nel luglio 2018 le importazioni di soia americana nell’Ue hanno fatto registrare un aumento del 283% rispetto allo stesso periodo del 2017, attestandosi a 360mila tonnellate. Così, dopo poco più di un mese dall’inizio della nuova annata di commercializzazione per la soia, gli Usa diventano il secondo fornitore Ue dopo il Brasile. Lo comunica la Commissione europea. Il balzo delle importazioni arriva una settimana dopo la dichiarazione congiunta del presidente dell’Esecutivo Ue Jean-Claude Juncker e del presidente americano Donald Trump in cui l’Unione si impegnava ad acquistare più soia dagli Usa.
L’evoluzione degli scambi risponde essenzialmente a dinamiche di prezzo. Dopo il blocco delle importazioni di soia Usa deciso a inizio luglio dalla Cina, per le tensioni commerciali tra Pechino e Washington, i produttori Usa hanno visto crollare i prezzi rendendo particolarmente convenienti gli acquisti dell’Ue, che ha bisogno di soia per i suoi allevamenti.
L’Europa importa attualmente il 95% della soia di cui necessita, di cui l’82% è ogm. Usa, Brasile e Argentina sono i tre Paesi maggiori produttori. In questo momento conviene di più importare la soia dagli USA, ma la nostra zootecnia non può rimanere legata mani e piedi, in eterno, all’importazione dall’estero di un prodotto essenziale per la sua sopravvivenza, di cui non può controllare il prezzo, che oscilla continuamente. Occorre un vero piano europeo per lo sviluppo delle colture proteiche. Non solo soia, ma anche piselli, fave, favini e erba medica con l’obiettivo non di produrre nell’Unione europea la totalità del fabbisogno, ma almeno di migliorare l’approvvigionamento interno a vantaggio degli utilizzatori, soprattutto degli allevatori. Un piano che la Cia sollecita da tempo rimanendo inascoltata.
Nella Pac 2014-2020, oltre al sostegno accoppiato, sono previsti alcuni strumenti per lo sviluppo delle colture proteiche, ma non bastano. Servono iniziative più forti e decise. .