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Il ministro Costa smentisce il suo sottosegretario: non si spara ai lupi, neppure con i proiettili di gomma ed impugna davanti alla Corte le leggi delle provincie di Trento e Bolzano
Scritto il 13-08-2018 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Il sottosegretario all’ambiente Vannia Gava aveva annunciato che i carabinieri forestali (soltanto loro) sarebbero stati autorizzati a sparare con proiettili di gomma ai lupi per allontanarli da alpeggi e centri abitati, ma il ministro all’ambiente Costa ha smentito seccamente tale ipotesi. “L’uso di proiettili di gomma per allontanare la fauna selvatica non è ammissibile”. Non solo. Il ministro ha annunciato che impugnerà davanti alla Corte Costituzionale le leggi delle province di Trento e Bolzano che hanno autorizzato gli abbattimenti mirati di lupi e orsi ritenuti pericolosi.
Costa ha anche annunciato che a settembre riaprirà un tavolo con Regioni e Province autonome per arrivare a un Piano lupo condiviso, sbloccando l’impasse registrata alla fine della scorsa legislatura. Fusse che fusse la vorta bona, direbbe il compianto Nino Manfredi
Il Piano lupo, che é fermo dal dicembre scorso alla Conferenza Stato-Regioni, prevedeva un lungo elenco di misure, tra cui, in casi estremi, l’abbattimento di un numero di lupi non superiore al 5 per cento del numero complessivo in Italia (non si trattava quindi di liberalizzare la caccia al lupo). L’impasse è sorto perché le Regioni Toscana, Veneto e Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano erano favorevoli all’abbattimento, mentre le altre Regioni erano contrarie.
In questi ultimi anni le razzie di animali selvatici e domestici ad opera dei lupi sono aumentate in modo esponenziale. La situazione è drammatica. Gli allevatori ed i pastori sono esasperati. La pastorizia e l’allevamento in montagna stanno diventando un’attività snervante, quasi impossibile.
I sistemi di recinzione e i cani da guardiania possono far poco contro gli attacchi del lupo, come dimostrano le esperienze di aziende agricole che, nonostante adeguate misure di difesa, hanno visto ugualmente il bestiame razziato. E in ogni caso le recinzioni possono risultare efficaci in certe condizioni orografiche e di sistema pastorale, ma non in altre, ed i costi per realizzare recinti alti e robusti sono spesso proibitivi.
La Cia del Piemonte ha chiesto alla Regione Piemonte di farsi interprete delle preoccupazioni degli agricoltori, dei pastori e degli allevatori che operano in montagna che chiedono di fermare le proliferazione dei lupi. E’ in gioco l’economia di territori marginali nei quali l’allevamento del bestiame e la pastorizia sono tra le poche attività rimaste.