In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
Gli Europei mangiano cibi sicuri e liberi da residui, lo dice l’Efsa
Scritto il 03-08-2018 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
“Europeans continue to eat food that is largely free of pesticide residues or which contains levels of residues within legal limits”. Lo afferma in una nota l’EFSA (l’Ente europeo deputato a proteggere i consumatori, gli animali e l’ambiente dai rischi legati agli alimenti) sulla base dei dati ricavati dal piano monitoraggio residui per l’anno 2016.
Dall’ultimo report pubblicato, emerge che nel 2016 sono stati analizzati 84.657 campioni, alla ricerca di 791 sostanze attive. Nel 96,2% dei casi, pari a 81.482 campioni, i valori sono stati al di sotto dei limiti consentiti dalla legislazione dell’Ue. Di questi, il 50,7% non mostravano tracce quantificabili di residui.
Nel 2016 sono stati prelevati anche 5.495 campioni di alimenti biologici, di cui il 98,7% erano entro i limiti di legge, mentre l’83,1% dei campioni era privo di residui quantificabili.
Nei pochissimi casi in cui fossero presenti dei residui oltre i limiti di legge, basta un lieve lavaggio, come è buona abitudine fare per frutta e verdura, per rimuoverli completamente. La sicurezza alimentare in Europa è garantita. In Italia ancor di più. Il nostro Paese si conferma infatti leader in tema di sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui superiori ai limiti consentiti, pari allo 1,9% dei campioni analizzati.
Le tracce di chimica sono diventate un’ossessione per molti consumatori, soprattutto a causa di certe insensate campagne mediatiche anti chimica. Ma, come sostiene giustamente Donatello Sandroni, in un suo scritto su agronotizie.it, la salubrità di un cibo dipende molto di più da altri fattori, come per esempio quelli batteriologici. Non a caso ammontano a sette i morti causati da un’infezione di Listeria che nella primavera 2018 ha colpito alcune partite di meloni provenienti dall’Australia. Per non parlare dei 51 morti dovuti a Escherichia coli nel 2011, in Germania, a causa di una partita di germogli infetti.
Un aspetto, quello microbiologico, che spesso viene scavalcato dalla paura nei confronti della chimica, sebbene sia dai tempi della favola di Biancaneve che non si contabilizzano persone rimaste avvelenate dopo aver dato un morso alla fatidica mela.