In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
L’agricoltura ha dimostrato che i voucher sono utili e che una regolamentazione seria può impedirne l’abuso
Scritto il 04-07-2018 da Ufficio stampa | Categoria: burocrazia
“Siamo pronti a reintrodurre i voucher nelle imprese agricole perché utili per combattere il lavoro in nero”. Lo ha annunciato il ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, aggiungendo: “Il datore di lavoro potrà beneficiare di prestazioni lavorative in piena legalità e con coperture assicurative in caso di incidenti, mentre il lavoratore riceverà non solo un compenso esentasse, ma potrà accumulare contributi pensionistici”, comprensivi di contributi Isv, aliquota aggiuntiva, maternità e Inail.
L’abolizione dei voucher, soprattutto per il settore agricolo, è stata un errore. Gli agricoltori non hanno abusato dei voucher e li hanno utilizzati soltanto per far fronte alle specificità del settore. L’impresa agricola ha l’esigenza di una flessibilità strutturata per tutte quelle tipologie di attività che non richiedono specializzazione, ma che sono indispensabili visto l’ineliminabile andamento stagionale delle produzioni agricole. Stiamo parlando delle grande campagne di raccolta e dell’esigenza di avere strumenti normativi e amministrativi che consentano l’impiego intenso di manodopera, in un lasso di tempo molto breve e spesso anche non programmabile.
A ciò si deve aggiungere che l’uso dei voucher nel settore agricolo era circoscritto a tre categorie: i pensionati, i giovani con meno di anni 25 “regolarmente iscritti ad un ciclo di studi presso l’Università o istituto scolastico di ogni ordine e grado” compatibilmente con gli impegni scolastici (i giovani dovevano comunque avere compiuto almeno i 16 anni di età e, se minorenni, dovevano possedere autorizzazione alla prestazione di lavoro da parte del genitore o di chi ne esercitava la potestà genitoriale) ed i percettori di prestazioni integrative del salario o sostegno al reddito. Inoltre per gli imprenditori agricoli committenti il D.Lgs. 81 aveva introdotto il limite dei 2000 euro netti annui (2.666 euro lordi) di compenso per singolo prestatore.
L’agricoltura ha dimostrato che i voucher sono utili e che una regolamentazione seria può impedirne l’abuso.
Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte