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Olio “Italico”…. ma solo al 50%
Scritto il 13-07-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Prodotti tipici
Un’importante associazione agricola avrebbe siglato un accordo con Federolio e Fai Spa per creare una filiera che favorisce la creazione di un olio “Italico” frutto di miscele costituite nella misura del 50% da olio italiano e dal restante olio comunitario e non.
La risposta dei produttori non si è fatta attendere. Il Cno, Consorzio nazionale degli olivicoltori, ha persino lanciato una petizione su Change.org contro “le squallide miscele” e per salvare il vero olio extravergine d’oliva 100% italiano.
L’importante associazione ha poi diffuso un comunicato stampa il 5 luglio per smentire la notizia, ma la smentita è apparsa soltanto come una sgrammaticata retromarcia della stessa associazione, che non si aspettava una reazione così vivace alla sua proposta indecente. Se la notizia è falsa, la smentita smentisce prima di tutto il più autorevole esponente dell’importante associazione, il segretario Vincenzo Gesmundo, il quale il giorno della presentazione dell’accordo dell’accordo con Unaprol e Federolio aveva detto ai suoi: “non viviamo sulla luna, il massimo del made in Italy è quell’industria che possa dimostrare che all’interno del suo blend ci sia almeno il 50 per cento dell’olio extravergine d’oliva italiano”. Le affermazioni di Gesmundo sono state diffuse dalla rete.
C’è persino un comunicato di Federolio che conferma la notizia: “Rispetto a quello che è stato definito “italico”, Federolio tiene poi a precisare che questo prodotto, oltre a contenere il 50% di prodotto nazionale, avrà una componente di olio non italiano che dovrà comunque rispondere a verificabili requisiti di eccellenza“.
Prendiamo comunque per buona la smentita dell’importante associazione, ma se proprio vogliamo fare un olio “Italico”, che sia sinonimo di un 100% italiano prodotto con metodo tradizionale e che sia utile ad avvicinare sempre di più i consumatori ai nostri frantoi.