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Campi devastati dalla grandine nel Torinese, nell’Astigiano e nel Casalese
Scritto il 06-07-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Calamità atmosferiche
All’indomani della violenta grandinata che nella notte tra mercoledì e giovedì ha colpito il Torinese, l’agricoltura guarda ai campi con smarrimento: nessuno, almeno negli ultimi venticinque anni, ricorda un evento atmosferico di così devastante entità.
Impossibile, al momento, compiere una stima attendibile dei danni. I Comuni sono al lavoro per avviare le pratiche di riconoscimento della calamità naturale, ma gli agricoltori non si fanno illusioni.
Secondo una prima ricognizione effettuata sul campo dalla Confederazione italiana agricoltori di Torino, tra le zone agricole più colpite, per non dire sfigurate a livello uniforme, ci sono i comuni di Cambiano, La Loggia, Moncalieri, Trofarello, Vinovo e Beinasco.
Qui non si è salvato quasi nulla. A Cambiano, la floricoltrice Paola Adriano mostra la copertura della sua serra fissa da 4 mila metri quadrati, completamente divelta dalla bufera di grandine: «Questa struttura – dice – era in piedi dal 1985 e nessun temporale era mai riuscito a scalfirla. Certamente questa volta si è trattato di un evento fuori dal normale. Ora stiamo raccogliendo i preventivi per la ricostruzione, in ogni caso per la nostra azienda il danno è di parecchie decine di migliaia di euro».
Piero Ferrero, ortofrutticoltore di Trofarello, dichiara che le zucchine della sua coltivazione sono irrecuperabili, comprese le 1.500 piantine messe a dimora il giorno precedente. Analoga la situazione per pomodori e peperoni. Per le prugne, le albicocche e il mais, il danno è almeno al 50 per cento: «Per le ciliegie se ne riparla il prossimo anno – dice Ferrero -, sui fichi la valutazione sarà possibile solo tra qualche giorno».
A La Loggia, nelle coltivazioni orticole a pieno campo dell’azienda di Michela Testa Sina non c’è più nulla da raccogliere: costine, catalogna, basilico, zucchine, prezzemolo e insalata sono andati irrimediabilmente persi.
«Siamo costretti a lasciare a casa i dipendenti – osserva Michela Testa Sina -, staremo fermi qualche giorno per riorganizzarci e poi ripartiremo, come sempre».
Significativo è che nessuno di questi agricoltori, è coperto dall’assicurazione: «La ragione è che le polizze assicurative ormai sono troppo costose – spiega il presidente di Cia Torino, Roberto Barbero -, mentre il valore dei prodotti viene puntualmente sottostimato, le condizioni dei contratti sono troppo restrittive e gli eventuali rimborsi arrivano dopo anni, se va bene. Così, soprattutto nel settore ortofrutticolo, gli agricoltori tendono a non più assicurarsi. E’ un problema a cui va trovata una soluzione, come denunciamo da anni. La tutela del reddito agricolo continua a ridursi, senza che nessun governo intervenga».
Pioggia, forte vento e grandine hanno colpito anche l’area del sud astigiano, dove sono stati registrati danni a colture e a strutture di aziende agricole. Le criticità maggiori si sono registrate, soprattutto nei comuni di Castel Boglione, Costigliole d’Asti, Agliano Terme, Calosso, Nizza Monferrato e Rocchetta Palafea.
Un tornado di acqua e vento si è abbattuto su diversi paesi del Monferrato casalese. Si segnalano danni alle colture a Ponzano, Serralunga di Crea, Cerrina, dove un pioppo è finito sulla provinciale e la strada è rimasta chiusa per due ore, e in Valle Ghenza.