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Asti, Barbaresco, Barolo, Brachetto d’Acqui e Dolcetto d’Alba le denominazioni vinicole protette dal Jefta
Scritto il 20-07-2018 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
Al centro del Jefta c’è l’apertura del mercato nipponico all’agroalimentare europeo, con l’eliminazione dei dazi, che oggi pesano per circa un miliardo di Euro all’anno sulle imprese. Va ricordato che il Giappone è la terza economia mondiale, il quarto mercato per l’agroalimentare, con un bacino di circa 127 milioni di consumatori
Per comprendere meglio l’impatto che finora i prodotti europei hanno scontato, ecco quanto valgono le tariffe doganali giapponesi:
- fino al 24% sulla pasta
- tra il 29,8 e il 40% sui formaggi, a seconda della tipologia
- 38,5% sulle carni bovine
- fino al 30% sul cioccolato15% sui vini.
Un passaggio molto importante dell’accordo Ue-Giappone é il riconoscimento di 205 denominazioni di origine europee (Dop e Igp), di cui 45 italiane (nello specifico 19 per prodotti agroalimentari e 26 per vino e alcolici).
Riguardo ai prodotti agroalimentari, sono riconosciute le seguenti denominazioni: Aceto Balsamico di Modena, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Asiago, Bresaola della Valtellina, Fondina, Gorgonzola, Grana Padano, Mela Alto Adige (Sudtirol Apfel), Mortadella di Bologna, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele, Prosciutto Toscano, Provolone Valpadana, Taleggio, Zampone Modena.
Riguardo al vino sono riconosciute le seguenti Dop: Asti, Barbaresco, Bardolino e Bardolino Superiore, Barolo, Bolgheri e Bolgheri Sassicaia), Brachetto d’Acqui, Brunello di Montalcino, Campania, Chianti, Chianti Classico, Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Marsala, Montepulciano d’Abruzzo, Prosecco, Sicilia, Soave, Toscana, Valpolicella, Vernaccia di San Gimignano e Vino Nobile di Montepulciano.
Il mercato vinicolo, al momento, si attesta ai primi posto nella graduatoria dell’export alimentare verso il Giappone, con un ruolo molto importante per le produzioni italiane. Con l’entrata in vigore del Jefta, il vino godrebbe immediatamente di dazi pari a zero.
L’accordo presenta anche delle storture. La prima interessa i formaggi con nome composto, come il Grana Padano o il Pecorino Romano, marchi che nel mercato giapponese verrebbero protetti solo nella loro dicitura completa. Così facendo, quindi, si potrebbero vendere legalmente formaggi che solo nel nome evocano quei cibi, magari battezzandoli “Grana” o “Padano”.
Appare ancor più clamoroso il caso del Parmigiano Reggiano. La Commissione Ue, infatti, avrebbe lasciato la possibilità di registrare il nome “Parmesan” in Giappone, riconoscendo che non costituirebbe un’imitazione, un atto in chiaro contrasto con gli sforzi per negare l’uso del più famigerato fra gli italian sounding, che da anni è il simbolo della copia di uno dei prodotti italiani più noti al mondo ed è già stato oggetto di cause legali. In entrambi i casi, comunque, l’accordo Ue-Giappone stabilisce che debba essere precisata in etichetta l’origine non italiana dei prodotti.