In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
Pubblicato sulla G.U. Ue il nuovo regolamento biologico che non piace alla Cia
Scritto il 19-06-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Biologico
E’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (serie L 150/1 del 14 giugno 2018) il nuovo regolamento del biologico. Entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021.
Il regolamento non prevede una posizione omogenea tra gli Stati membri relativa alle soglie di contaminazione. Introduce anche una deroga fino al 2030 per le produzioni biologiche in serra in alcuni paesi del nord Europa (Finlandia, Svezia e Danimarca). Infine, la questione sementi: sono previste ampie deroghe per consentire fino al 2035 l’utilizzo di quelle convenzionali.
Il testo del regolamento biologico secondo le associazioni del biologico è un’occasione mancata per fare la differenza in un settore importante per l’economia nazionale.
Giudizio negativo anche da parte della Cia, perché le nuove regole “non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni in Italia, che è al primo posto in Europa per produzione e al secondo per superficie coltivata a ‘bio’”.
Per il vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro (Pd): “Il punto cruciale negativo è aver eliminato completamente le soglie per i residui di fitofarmaci. Che differenza c’è allora con l’agricoltura convenzionale? L’accordo finale rappresenta un compromesso al ribasso”.
“Abbiamo tre anni per lavorare alle modifiche – ha dichiarato il Ministro Centinaio -necessarie a rendere ancora più stringenti le regole sulla qualità oppure per lavorare e correggere il tiro su temi come le deroghe o la conversione”.
I Paesi come l’Italia che applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici, potranno continuare a farlo, ma non potranno impedire la commercializzazione nel proprio mercato di prodotti di altri Paesi Europei che non applicano gli stessi principi.