In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
Maltempo: grandine e nubifragi si abbattono su frutta, ortaggi e cereali
Scritto il 13-06-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Maltempo
I nubifragi, le bombe d’acqua, le grandinate, le trombe d’aria ed i violenti temporali che si sono abbattuti nelle ultime settimane sul Piemonte hanno causato frane, smottamenti, allagamenti dei campi ed hanno danneggiato gravemente le produzioni ortofrutticole, ritardato e reso molto difficoltose le semine del mais, impedito il taglio del fieno.
Da qualche anno si ripetono periodicamente eventi meteo estremi che non si possono più considerare contingenti. Sono le conseguenze del cambiamento climatico, di cui l’agricoltura è la prima a subirne gli effetti, talvolta devastanti. Le attività agricole dipendono infatti, in modo diretto, dalla condizioni meteorologiche. L'”impazzimento” del clima influisce negativamente sulla produttività, la solidità economica e la competitività delle imprese agricole e favorisce l’espansione delle popolazioni di parassiti in nuovi territori, con il rischio che questi organismi sfuggano al nostro controllo.
Amplificandosi gli eventi estremi è sempre più complicata la gestione delle coltivazioni. Urge correre ai ripari investendo massicciamente – ed é compito del Pubblico – in ricerca ed innovazione (miglioramento varietale, tecniche agronomiche, ecc.), gestione del rischio, formazione e consulenza agli agricoltori. Senza dimenticare la necessità di migliorare le infrastrutture per gestire le risorse idriche.
Il fatto che le piogge siano sempre più concentrate in periodi ristretti, a cui seguono periodi di siccità, é essenziale l’adozione di misure per stoccare l’acqua nei periodi di abbondanza per poi rilasciarla durante i mesi in cui manca. E’ necessario il varo di un vero piano di potenziamento dei bacini di accumulo. Nove litri di pioggia su dieci vanno dispersi. E’ un lusso che non possiamo più permetterci.
Per utilizzare al meglio l’acqua che c’é, quando c’é, oltre ai bacini, sono urgenti anche altri interventi. Ad esempio, incoraggiare le iniziative miranti a recuperare le acque reflue. C’é poi la questione della rete di distribuzione.L’Italia degli acquedotti è ridotta male. Le reti sono un colabrodo: la media di perdite del nostro Paese è del 40% di acqua. A questa situazione occorre porre rimedio in fretta.
Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte