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Lupo, l’Unione Europea decide di non decidere
Scritto il 01-06-2018 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Lo scorso 15 maggio, alcuni eurodeputati hanno organizzato una Conferenza in Parlamento per discutere questioni riguardanti la conservazione e la gestione del lupo in Europa.
Il Commissario per l’ambiente, Karmenu Vella, intervenuto alla Conferenza, ha svolto una serie di considerazioni, purtroppo generiche e francamente vane, del tipo: “Sono imprescindibili azioni per ridurre il rischio di predazione per il bestiame”.
L’urgenza di ridurre il rischio di predazione per il bestiame da parte dei lupi é un’esigenza ormai riconosciuta universalmente. Non c’é bisogno di ripeterlo ogni volta. Quel che il mondo agricolo si attende dalle Istituzioni sono interventi concreti e soprattutto efficaci. Su questo punto il Commissario è stato, per usare un eufemismo, molto sfuggente.
Ha parlato di progetti attuati o in via di attuazione per la fornitura di recinti, dispositivi acustici, cani da guardia. Tutta roba già sperimentata e di utilità molto limitata. Occorre invece aggiornare le normative che impediscono di rimuovere esemplari delle specie che una volta era giusto proteggere, ma che ora stanno diventando un pericolo per pastori, margari, turisti e per tutte le attività presenti in montagna.
Per altro i cosiddetti animalisti dovrebbero riflettere sul fatto che l’aumento del numero dei lupi ha favorito l’aumento del numero degli ibridi (incrocio lupo-cane domestico), che non solo sono un ulteriore pericolo per pastori e margari, ma minacciano la preservazione del lupo stesso.
Il Presidente della Cia di Torino, Roberto Barbero, in un recente incontro sull’argomento lupo, svoltosi alle Casermette di Fenestrelle, davanti a politici nazionali, regionali e della Città Metropolitana, oltre che ad amministratori locali, tecnici e allevatori, ha rivendicato il diritto dei pastori ad “avere risposte e impegni da parte dello Stato, attraverso gli interlocutori politici” ed ha invocato la ripresa dell’iter di approvazione del Piano nazionale sul lupo, ricordando che “in Paesi come Spagna, Francia e Norvegia, i piani di contenimento del lupo sono ormai una realtà che non suscita alcuno scandalo”.
“Non chiediamo più tutela -ha aggiunto il presidente regionale della Cia, Gabriele Carenini-, ma più gestione. Se la fauna è dello Stato, lo Stato deve preoccuparsi di evitare che questa faccia danni. Le nostre sono aziende che lavorano e producono reddito, non è normale che vengano lasciate in balìa dei lupi”.