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Vinitaly: grande affluenza, produttori soddisfatti
Scritto il 19-04-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Senza categoria
Si è chiusa ieri la 52ma edizione di Vinitaly, la fiera dedicata al mondo dei vini e dei distillati, che ogni anno riesce ad attirare non solo i professionisti del settore vinicolo ed enologico interessati a promuovere il marchio del proprio vino, ma anche migliaia di appassionati. L’edizione numero 52 di Vinitaly ha registrato complessivamente 128mila presenze da 143 nazioni, in linea con l’edizione precedente, ma aumentando invece la qualità e il numero dei buyer esteri accreditati che quest’anno hanno registrato un significativo +6% per un totale di 32 mila presenze.
Il vino è la vera e propria bandiera per l’esportazione del Made in Italy nel mondo, ma il settore vitivinicolo è anche molto importante dal punto di vista economico.
Dal filare alla mescita, il settore vitivinicolo rappresenta in Italia il lavoro sinergico di più di 470.000 imprese, di cui 66.000 dedite alla produzione agricola di uva, 2.100 rappresentano la sola produzione di vino, 4.500 si occupano di commercio all’ingrosso e la stragrande maggioranza, 400.000, di commercio al dettaglio, dalle botteghe alle enoteche, dai bar ai ristoranti, per un fatturato, nel 2017, di 5,5 miliardi di euro.
Nei 120 metri quadrati dello spazio confederale, ventidue aziende vitivinicole d’eccellenza provenienti da Piemonte, Veneto, Sicilia, Umbria, Campania, Toscana e Marche si sono alternate per raccontare ogni giorno una storia e un territorio. Protagonista per il Piemonte il giovane vicepresidente del Consorzio produttori Terre del Ramìe, Hammond Combe, 35 anni, che porta avanti nel Pinerolese la tradizione di famiglia producendo vino di montagna su terreni estremi, con pendenze fino al 90 per cento.
Quasi tutte le aziende associate alla Cia del Piemonte hanno fatto bella mostra dei loro prodotti nel padiglione della Regione, con stand individuali o negli spazi dei Consorzi di Tutela e delle Cantine Sociali. Alcuni hanno preferito esporre i loro vini nel padiglione “green” riservato ai vini bio, artigianali e sostenibili. Tra racconti e degustazioni, i produttori piemontesi hanno avviato trattative con importatori, commerciali e buyer di settore in cerca di qualità, con ottime prospettive.
Anche quest’anno Vinitaly ha ospitato l’intera filiera italiana del vino nell’importante convegno “Investire nel vino: strategie, prospettive, opportunità” che ha visto la partecipazione del presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni e del vice ministro delle politiche Agricole Alimentari e Forestali Andrea Olivero.
Il tavolo di lavoro, tenutosi nell’auditorium ‘Verdi’ del centro congressi PalaExpo e moderato dalla giornalista RAI Chiara Giallonardo, è stato aperto dal presidente di Veronafiere Maurizio Danese e ha visto i vertici istituzionali del settore confrontarsi sulle strategie e le politiche da adottare per migliorare la competitività del comparto. Presenti: Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Dino Scanavino, presidente Cia-Agricoltori Italiani; Ruenza Santandrea, coordinatrice settore vitivinicolo Alleanza cooperative Agroalimentari; Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini; Sandro Boscaini, presidente Federvini; Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc; Emilio Renato Defilippi, vicepresidente Assoenologi.
Innovazione, competitività e promozione sui mercati esteri i temi centrali del convegno, durante il quale è stata ribadita la necessità sia di investire in tecnologie per lo sviluppo del settore, semplificandone le procedure, sia di valorizzare il vino italiano all’estero con strategie promozionali strutturate che valorizzino la cultura del made in Italy e del bere responsabile. L’accento è stato posto anche sulla necessità di continuare a lavorare uniti, in collaborazione con le Istituzioni, per contesti normativi efficienti e vicini alle esigenze produttive del comparto.
“Le misure di mercato che la politica agricola comune prevede per il settore vitivinicolo costituiscono spesso un fattore di successo per il vino Made in Italy – ha detto Dino Scanavino nel suo intervento al convegno – . Sono strumenti strategici per la competitività del comparto attraverso cui le imprese possono sostenere investimenti, promuovere all’estero i loro prodotti e valorizzare la componente sostenibile e paesaggistica del vino. Un’esperienza, quella dell’OCM vino, importante e vincente che va difesa e rafforzata nella prossima riforma della Pac anche attraverso interventi di sostegno all’innovazione lungo la filiera, senza trascurare la necessità di un’attenta ed efficace politica di semplificazione del settore”.