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Il Consorzio della Baraggia preoccupato per l’estesa applicazione della semina interrata del riso
Scritto il 27-04-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazione erbacee
La stagione è partita con una copertura nevosa ancora molto abbondante. Questo fattore potrebbe dare un certo vantaggio, soprattutto nei mesi di maggio e giugno, in termini di disponibilità d’acqua per chi coltiva il riso, ma nel contempo quest’anno si prevede un’estesa applicazione della semina interrata. Circa il 40% delle 500 aziende agricole che coltivano i 15.000 ettari irrigati a riso dal Consorzio della Baraggia è intenzionato ad adottare questa tecnica.
Il Direttore del Consorzio è preoccupato per l’impatto di questa tecnca. “Gli agricoltori la stanno adottando in larga scala –spiega il Direttore – per ridurre i costi di produzione. È presumibile che ci troveremo a fine maggio, inizio giugno, con un territorio in gran parte asciutto. Chi avrà fatto semina tradizionale, in quel periodo avrà prosciugato le risaie per i trattamenti e chiederà la seconda sommersione. Chi avrà adottato le nuove tecniche di semina chiederà l’acqua per la prima sommersione”.
La semina interrata del riso, a parere del Consorzio, va disincentivata. “Abbiamo suggerito ai Comitati distrettuali di applicare aliquote più elevate a chi ne fa uso, perché c’è il rischio che poi non vi sia sufficiente acqua, in quel periodo, ma difronte al bilancio economico di un’azienda si può fare ben poco”.
Il Direttore risponde anche a chi associa lo spreco d’acqua alla coltura del riso: “Il riso è uno dei sistemi irrigui più efficienti in assoluto poiché il passaggio dell’acqua da una camera di risaia all’altra consente di utilizzare la stessa acqua un’infinità di volte, mantenendo contemporaneamente l’irrigazione, le zone umide, la biodiversità in tutto il territorio. E non bisogna mai dimenticare che dove ci sono gli agricoltori e le loro organizzazioni, ossia i Consorzi, c’è anche chi si occupa di mantenere il territorio”.