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Riso, il 6 marzo vertice con gli assessori all’agricoltura di Piemonte e Lombardia
Scritto il 05-03-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Produzioni piemontesi
La crisi dei PMA, la situazione di squilibrio del mercato dei risoni, lo stato dei costi della risicoltura e tutte le altre questioni aperte saranno oggetto del primo vertice tra Piemonte e Lombardia, promosso dall’Ente Nazionale Risi il 6 marzo. L’incontro, organizzato dall’Ente su richiesta dell’assessore all’agricoltura del Piemonte Giorgio Ferrero ed al quale ha dato la sua adesione l’assessore regionale lombardo Gianni Fava, costituirà un momento importante per analizzare la grave situazione di crisi che sta attraversando il mercato risicolo nazionale e per individuare possibili soluzioni con il coinvolgimento di tutta la filiera, che parteciperà con tutte le sue componenti a questo confronto.
Il presidente dell’Ente nazionale risi Paola di Carrà, ha denunciato: “l’immobilismo della Commissione europea di fronte alle prove che le importazioni a dazio zero dai Pma alimentano traffici poco chiari e non aiutano i contadini dei paesi meno avanzati”.
“Indipendentemente dalla richiesta italiana di attivazione della clausola di salvaguardia – ha affermato Carrà – “la Commissione europea dovrebbe, e a termini di regolamento potrebbe farlo, intervenire immediatamente per ripristinare i normali dazi alle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia” alla luce delle conferme che arrivano da parte degli stessi Cambogiani “di avere un problema di accaparramento delle terre a danno degli agricoltori” e “di contrabbando di riso vietnamita che viene spacciato come cambogiano”, ha puntualizzato Carrà.
L’accento posto da Carrà sull’esigenza dell’applicazione della clausola di salvaguardia, ed anche sugli imbrogli che alcuni operatori del Sud Est stanno compiendo, é condivisibile. In particolare, la clausola di salvaguardia è essenziale per salvaguardare il riso made in Europa, ma ci aspettiamo anche un atteggiamento diverso da parte dell’industria. La situazione è grave ed è indispensabile che l’industria si attivi per avviare un percorso più costruttivo e più dialogante con i diversi soggetti che compongono la filiera in vista di un obiettivo strategico comune.