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Negoziato Mercosur, l’agricoltura non diventi merce di scambio
Scritto il 12-01-2018 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
La trattativa tra Mercosur, la comunità formata dai principali paesi sudamericani, ed Europa è in fase avanzata. Rilanciare le relazioni tra Europa e America Latina vuol dire pensare al futuro, ma trapelano indiscrezioni preoccupanti sui contenuti del possibile accordo.
Oltre alla nota questione delle quote all’import di carni bovine, già sollevata a livello comunitario – é incomprensibile che la Commissione europea pensi di offrire l’accesso in Europa alla carne bovina proveniente dal Mercasur, quando le indagini sullo scandalo della carne brasiliana non sono state ancora completate. I certificati di esportazione sono stati falsificati per dieci anni o più e i requisiti veterinari non sono stati rispettati in Brasile -, si paventano concessioni troppo vantaggiose per il riso e per i prodotti ortofrutticoli di quei Paesi, di cui già importanti volumi entrano in Europa.
Tali concessioni si tradurrebbero in nuove crisi di mercato in comparti già in enorme difficoltà, come il riso e l’ortfrutta. Non sono neppure chiari gli eventuali vantaggi per i prodotti italiani ed europei in termini di accesso al mercato Mercosur. Quali abbattimenti tariffari sono previsi per vino e olio di oliva? Né si sa se e come verranno protette le numerose Indicazioni geografiche italiane.
In altre parole, è forte il sospetto che per giungere ad un accordo l’Europa abbia deciso di sacrificare il settore agricolo e ciò per la Cia è inaccettabile.
Il blocco Mercosur è di fatto prevalentemente incentrato su Brasile e Argentina, nazioni esportatrici nette di prodotti agricoli. Non è un insieme di Paesi in via di sviluppo da sostenere con concessioni agricole. L’Italia sta già pagando un prezzo altissimo per le concessioni al riso cambogiano. Altri sacrifici per il comparto agricolo non sarebbero sostenibili.
Ciò non significa che la Cia sia contraria ai trattati internazionali, che possono aiutare a governare la globalizzazione, ma abbiamo bisogno di accordi commerciali equi e equilibrati.