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Forum del riso a Bruxelles, delegazione della Cia con Manrico Brustia
Scritto il 19-01-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Produzioni piemontesi
Non si ferma la crisi del settore risicolo nazionale. L’import selvaggio a dazio zero dal Sud Est asiatico, principalmente da Cambogia e Birmania, sta mettendo a rischio non solo la sopravvivenza del settore, ma anche l’equilibrio idrogeologico di una vasta zona compresa tra il Po ed il Ticino. Se all’import selvaggio si aggiunge il brusone, la malattia più grave a livello mondiale che colpisce il riso coltivato, è chiaro che bisogna intervenire al più presto.
Proprio per cercare soluzioni ai problemi del settore, il 23 gennaio si terrà a Bruxelles il 2° Forum sul riso europeo, organizzato dall’Ente risi con il supporto del Mipaaf, a cui parteciperà anche la Cia-Agricoltori Italiani con una delegazione composta dal presidente del Gie (Gruppo di interesse economico) Riso della Cia, Giuseppe Rosso e dal presidente della Cia Novara/Vercelli/ VCO, Manrico Brustia.
L’obiettivo è informare e sensibilizzare i parlamentari Ue rispetto alla situazione del settore e ottenere un supporto per poter intervenire a sostegno dei risicoltori italiani ed europei.
Lo scorso novembre i ministri dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico Maurizio Martina e Carlo Calenda avevano inviato alla Commissione Ue un dossier – integrato con una lettera indirizzata ai Commissari Federica Mogherini, Cecilia Malmström e Phil Hogan – che illustrava le ragioni per le quali é necessario ed urgente frenare l’invasione del riso asiatico sui mercati europei.
“Chiediamo l’attivazione della clausola di salvaguardia – diceva la lettera dei Ministri Martina e Calenda – perché la crisi dei prezzi mette a rischio la sopravvivenza e il futuro dell’intera filiera risicola europea. L’abbandono della risicoltura provocherebbe ripercussioni gravissime non solo sotto il profilo della tenuta socio-economica di molti distretti rurali ma anche dal punto di vista ambientale, tenuto conto del valore degli ecosistemi che caratterizzano le aree di produzione”.
“Le cause principali di questa crisi senza precedenti – proseguiva la lettera – sono da attribuire al regime particolarmente favorevole praticato nei confronti dei Paesi Meno Avanzati (accordo EBA), che prevede la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero. Per questo già a luglio scorso insieme a Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Portogallo e Romania abbiamo chiesto alla Commissione di attivare la clausola di salvaguardia. Con il nuovo dossier inviato ci aspettiamo decisioni conseguenti da parte della Commissione europea”.
L’Italia deve difendere il settore risicolo dalle importazioni a dazio zero, soprattutto di riso lavorato indica proveniente dai Paesi dell’Estremo Oriente. Bene ha fatto il Governo ad inviare alla Commissione il dossier che evidenzia le serie difficoltà che stanno incontrando i nostri produttori. Ma potremo dirci soddisfatti soltanto quando la Commissione applicherà la clausola di salvaguardia. La filiera unita ed il Governo devono mettere in campo forti iniziative politiche per superare gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di tale obbiettivo.