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Dino Scanavino, il 2017 è stata un’annata molto difficile
Scritto il 09-01-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Cia nazionale
“Il 2017 è stata una annata molto difficile. Abbiamo visto siccità e acqua. Se gli agricoltori hanno saputo far fronte a una situazione così complessa, le strutture che dovrebbero aiutare gli agricoltori si sono dimostrate ancora una volta inadeguate, come nel caso dei consorzi”. Così il presidente della Cia Dino Scanavino ad AGRICOLAE nel tirare le somme sul 2017. “Ci sono buone notizie e cattive notizie”, prosegue. “Abbiamo risolto crisi che perdurano da anni come quelle relative ai suini e latte. Bene sui vini e spumanti, mentre abbiamo sofferto sull’ortofrutta, che fatica senza una regolamentazione dei flussi di mercato da parte dell’Europa”, prosegue Scanavino. “Mentre la carne bovina sta facendo passi da gigante”. Il vero problema, sottolinea il presidente Cia, sono le grandi fitopatie importate da paesi terzi “a causa di una scarsa attenzione alle frontiere”.
Bene poi la valorizzazione made in Italy “sebbene un vero progetto strategico ancora non ci sia”. “Alla potenza straordinaria del nostro made in Italy si associa un’organizzazione precaria”, sostiene. E la politica? “ha fatto delle cose buone e delle cose cattive. Ma non si sono risolte le questioni che da sempre costituiscono dei nodi da sciogliere come Agea, la protezione dei rischi e difesa, il sistema allevatoriale e quello delle acque. Tutti percorsi non conclusi”. Per il 2018 Scanavino è ottimista: “mi aspetto un governo forte e stabile che risolva le problematiche che sottendono al successo dell’agricoltura. Se la burocrazia non è efficiente non si puà essere competitivi”. Poi la Pac: “sarà l’anno cruciale per formare l’ossatura di una Pac che tenga in considerazione l’agricoltura mediterranea senza sbilanciamenti sull’agricoltura del nord Europa. Intervenire sulla Pac significa intervenire sul benessere degli agricoltori e dei cittadini tutti”, conclude. “Il 2017 è stata una annata molto difficile. Abbiamo visto siccità e acqua. Se gli agricoltori hanno saputo far fronte a una situazione così complessa, le strutture che dovrebbero aiutare gli agricoltori si sono dimostrate ancora una volta inadeguate, come nel caso dei consorzi”. Così il presidente della Cia Dino Scanavino ad AGRICOLAE nel tirare le somme sul 2017.
“Ci sono buone notizie e cattive notizie”, prosegue. “Abbiamo risolto crisi che perdurano da anni come quelle relative ai suini e latte. Bene sui vini e spumanti, mentre abbiamo sofferto sull’ortofrutta, che fatica senza una regolamentazione dei flussi di mercato da parte dell’Europa”, prosegue Scanavino. “Mentre la carne bovina sta facendo passi da gigante”. Il vero problema, sottolinea il presidente Cia, sono le grandi fitopatie importate da paesi terzi “a causa di una scarsa attenzione alle frontiere”. Bene poi la valorizzazione made in Italy “sebbene un vero progetto strategico ancora non ci sia”. “Alla potenza straordinaria del nostro made in Italy si associa un’organizzazione precaria”, sostiene. E la politica? “ha fatto delle cose buone e delle cose cattive. Ma non si sono risolte le questioni che da sempre costituiscono dei nodi da sciogliere come Agea, la protezione dei rischi e difesa, il sistema allevatoriale e quello delle acque. Tutti percorsi non conclusi”.
Per il 2018 Scanavino è ottimista: “mi aspetto un governo forte e stabile che risolva le problematiche che sottendono al successo dell’agricoltura. Se la burocrazia non è efficiente non si puà essere competitivi”. Poi la Pac: “sarà l’anno cruciale per formare l’ossatura di una Pac che tenga in considerazione l’agricoltura mediterranea senza sbilanciamenti sull’agricoltura del nord Europa. Intervenire sulla Pac significa intervenire sul benessere degli agricoltori e dei cittadini tutti”, conclude