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Benessere animale sotto la lente della Corte dei Conti Ue
Scritto il 11-01-2018 da Ufficio stampa | Categoria: zootecnia
La Corte dei conti europea sta conducendo un audit sulle norme Ue sul benessere degli animali da allevamento in cinque paesi, tra cui l’Italia. Lo rende noto la Corte, che ha pubblicato una nota esplicativa in materia. La nota, insieme ai risultati dell’audit, saranno parte integrante di una relazione speciale che sarà pubblicata nel 2018.
Attualmente si stima che nell’Ue vi siano 4,5 miliardi tra polli, galline ovaiole e tacchini e circa 330 milioni tra mucche, maiali, capre e pecore. L’indagine prenderà in esame la vita degli animali negli allevamenti, il trasporto e la macellazione.
In attesa che l’audit si concluda è bene sapere che la normativa Ue sul benessere animale si è costantemente ampliata negli ultimi anni ed è destinata ad intensificarsi ulteriormente negli anni a venire. Le direttive europee definiscono norme stringenti per la protezione di tutti gli animali negli allevamenti e disciplinano in modo rigoroso il trasporto degli animali al fine di non esporli a lesioni o a sofferenze inutili.
L’adeguamento degli allevamenti alle vigenti direttive UE (che regolano anche i reflui zootecnici, le condizioni igieniche delle stalle e via dicendo) non è un’impresa facile: richiede importanti investimenti ed aumenta notevolmente i costi di produzione, che non sempre, per non dire mai, possono essere ribaltati sul prezzo di mercato. Tuttavia, nonostante le difficoltà ed i costi, gli allevatori italiani stanno adottando le soluzioni più appropriate per garantire un processo produttivo sostenibile dal punto di vista ecologico e del benessere animale.
C’e chi sostiene che per creare condizioni di allevamento positive occorra tornare agli allevamenti di piccola scala, orientati all’autoconsumo e alla vendita diretta, tipo la vecchia fattoria di Zio Tobia. E’ la prova che la modernità è spesso sedotta dal passato, ma non dal passato vero, bensì dal passato immaginario. Perché nel passato vero la sensibilità verso gli animali era un sentimento del tutto sconosciuto. Gli animali erano considerati cose, a differenza di quel che avviene oggi.
Gli allevamenti moderni non sono senza difetti. Il progresso non è processo perfetto, anzi, richiede l’uso di molta “virtute” e di tanta conoscenza, ma i problemi si risolvono con il buon fare e non con il dire retorico o con la nostalgia.
La stessa Fao, per altro, sostiene che non si può fare a meno degli allevamenti moderni e razionali: “Non esistono alternative alla produzione intensiva della carne per soddisfare la domanda crescente di una popolazione mondiale in costante aumento” (rapporto “State of the food and agricolture” del 2011).