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Certificazioni antimafia, la proposta di alzare la soglia a 25.000 euro é un primo passo verso la ragionevolezza
Scritto il 29-11-2017 da Ufficio stampa | Categoria: burocrazia
La riforma del Codice Antimafia ha messo l’agricoltura italiana con le spalle al muro. A far data dal 19 novembre scorso gli Enti pagatori non possono più dare corso al pagamento degli aiuti dell’Unione europea che superano i 5.000 euro, in assenza di adeguata certificazione antimafia, che le aziende agricole devono chiedere alle Prefetture di tutta Italia.
Da tener inoltre presente che i piccoli e medi allevatori di montagna, che allevano vacche e pecore su suoli pubblici demaniali, secondo gli usi civici o altre forme di convenzione, sono tenuti alla certificazione antimafia anche in caso di contributi minori di 5000 euro, poiché esercitano l’attività su terreni di pubblica proprietà.
Accertare che i fondi pubblici finiscano agli agricoltori perbene è doveroso oltre che legittimo, ma a causa della nuova normativa si sta complicando in modo insensato la vita degli agricoltori italiani.
La Commissione agricoltura della Camera dei deputati ha approvato il parere sul Decreto fiscale per la Commissione bilancio che condiziona il via libera al Decreto all’innalzamento a 25mila euro della soglia di esenzione dall’obbligo di presentazione della documentazione ed informazione antimafia. Nel parere si chiede anche di prevedere una introduzione scaglionata nel tempo dell’obbligo per le domande relative a contributi europei che superino i 25mila euro, “in modo da permettere agli uffici competenti di dotarsi delle sufficienti risorse umane, economiche e strumentali necessarie per fronteggiare l’accresciuta mole di lavoro”. Se sul Decreto fiscale verrà posta la fiducia, la modifica dovrà essere introdotta necessariamente nella Legge di bilancio.
Portare la soglia da 5.000 a 25.000 euro é un primo passo verso la ragionevolezza. A furia di voler controllare tutto non si controllerà più nulla. Le prefetture saranno ingolfate e se oggi la media per una certificazione antimafia è di quattro mesi, d’ora in poi sarà di un anno. Le attività di erogazione delle risorse comunitarie subiranno un deciso rallentamento con il rischio di disimpegno dei fondi.
Giovanni Cardone – Direttore Cia Piemonte