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Con il nuovo certificato antimafia si rischia la paralisi dei contributi Pac.
Scritto il 24-11-2017 da Ufficio stampa | Categoria: burocrazia
Dal 20 novembre é scattata la richiesta di certificazione antimafia per centinaia di migliaia di agricoltori beneficiari dei fondi europei sopra i 5.000 euro. La norma, se non sarà corretta, aggraverà il carico burocratico, paralizzerà gli organismi pagatori e determinerà l’arresto del flusso delle erogazioni dei fondi UE, a danno di tutte le aziende agricole.
Con la precedente normativa l’obbligo del certificato antimafia era legato a coloro che incassavano aiuti comunitari per oltre 150 mila euro (circa 2.000 richieste ogni anno). Nonostante il ridotto numero di richieste, le prefetture si sono trovate spesso in difficoltà a rilasciare i certificati in tempo utile. E’ facilmente immaginabile cosa potrebbe succedere se le prefetture venissero intasate da centinaia di migliaia di richieste. Sarebbe la paralisi.
Accertare che i fondi pubblici finiscano agli agricoltori perbene è doveroso oltre che legittimo, ma a causa della nuova normativa potrebbe verificarsi il paradosso per cui le aziende agricole di grandi e grandissime dimensioni, già in possesso della certificazione antimafia, potranno essere pagate, mentre quelle medie o piccole, che necessitano maggiormente di contributi ed incentivi, ma prive di certificazione, potrebbero vedersi i pagamenti bloccati.
La Cia ha sollecitato il governo a porre in essere tempestivamente una modifica della norma per evitare di complicare ulteriormente la vita alla grandissima maggioranza di agricoltori che con fatica e difficoltà svolgono il loro lavoro onestamente.
Giovanni Cardone – Direttore Cia Piemonte