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Riso, la clausola di salvaguardia obbiettivo fuori portata?
Scritto il 12-10-2017 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazione erbacee
Il prossimo 29 novembre a Bruxelles è prevista una riunione di settore per risolvere la crisi del riso, i cui listini stentano a riprendere quota, anche per effetto di una importazione crescente dal Sud Est Asiatico.
La posizione italiana è quella di richiedere l’attivazione della clausola di salvaguardia e l’immediato ripristino dei dazi alle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar, aboliti nel 2009. L’emergenza è determinata dal record delle importazioni comunitarie di riso lavorato “Indica” e dalla riduzione delle esportazioni comunitarie che hanno generato un aumento degli stock comunitari di riporto nella campagna attuale.
L’Unione europea aveva raccomandato ai governi di Cambogia e Myanmar di stabilizzare i volumi dell’export di riso verso l’Europa, ma la promessa è stata totalmente disattesa. La clausola di salvaguardia sembra però essere un obiettivo fuori portata, anche perché finora è stata la stessa Commissione europea a minimizzare la situazione e a trattare come se fosse un ribasso passeggero il crollo dei prezzi con cui da due anni a questa parte i risicoltori sono chiamati a fare i conti.
Il ministero delle Politiche agricole sembra stia elaborando un documento per poter riportare la giusta attenzione da parte dell’Ue sul un comparto. Nel frattempo l’Italia ha deciso di intensificare le analisi merceologiche sul riso d’importazione, grazie all’accordo fra Mipaaf e Centro ricerche sul riso dell’Ente nazionale risi.
Il prossimo 21 ottobre la Commissione Ue presenterà all’Europarlamento la relazione sull’applicazione del regolamento 978/2012, che ha creato un sistema tariffario a dazio zero sull’import di riso da alcuni Paesi del Sud Est asiatico.