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Latte e formaggi, scatta l’obbligo di indicare l’origine in etichetta
Scritto il 17-10-2017 da Ufficio stampa | Categoria: Latte
Scatta l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari come burro, formaggi, yogurt. E’ scaduto infatti il termine di 180 giorni per smaltire le scorte di confezioni con il sistema di etichettatura precedente all’entrata in vigore dal decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima” per il latte e i prodotti lattieri caseari. Molti caseifici hanno comunque già provveduto a mettersi in regola.
L’etichettatura d’origine è un passaggio importante per tutelare sempre di più e sempre meglio i consumatori. Il decreto del nostro Governo é benventuto ed é un passo in avanti. Presenta però alcuni limiti. Innanzitutto l’obbligo di indicare l’origine della materia prima riguarda solo le aziende italiane, mentre chi produce all’estero e porta i propri prodotti in Italia può continuare a farlo senza applicare le nuove regole. Tutte le produzioni realizzate fuori dai confini nazionali non sono infatti tenute al rispetto delle nuove etichette. Lo stesso legislatore non sembra credere poi in una lunga vita della nostra etichetta. Nel decreto si parla di una “sperimentazione”. Al comma 1 dell’articolo 7 si legge infatti: “Le disposizioni del presente decreto si applicano in via sperimentale fino al 31 marzo 2019”. Poi si vedrà…
C’é infine il rischio – senza la creazione di migliori relazioni contrattuali tra produttori, trasformatori e grande distribuzione organizzata, per garantire una più equa distribuzione del reddito lungo la filiera – che siano sprattutto i trasformatori e la grande distribuzione organizzata a trarre dei vantaggi dal favore che, si spera, i consumatori italiani esprimeranno per i prodotti confezionati con materia prima nazionale. Se rapporti all’interno della filiera del latte non diventeranno rapporti inter pares, basati sulla equa contrattazione tra le parti, gli agricoltori rischiano di aggiudicarsi solo una piccola percentuale di valore aggiunto.
Il decreto del nostro Governo, che segue un provvedimento analogo preso dalla Francia, ha, tra i suoi obbiettivi, anche quello di premere perché Bruxelles estenda l’obbligo di indicare l’origine della materia prima a tutti gli Stati membri. Bruxelles traccheggia, ma é evidente che non può traccheggiare a lungo, perché il mercato unico europeo perde di senso se finisce diviso in ventotto mercati con regole differenti.
Lodovico Actis Perinetto – Presidente Cia Piemonte