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Manca un progetto organico di valorizzazione del grano italiano
Scritto il 26-09-2017 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazione erbacee
Il Piano nazionale ministeriale per il controllo delle micotossine, pubblicato il 18 settembre 2017, non ha rilevato irregolarità in alcun campione di grano importato analizzato. Nel dettaglio, sono stati analizzati e risultati conformi ai controlli sulle micotossine (aflatossine, deossinivalenolo, ocratossina A, zearalenone) sia i campioni di grano duro proveniente da Messico, Canada, USA, Ucraina, sia quelli di grano tenero proveniente da Ucraina, Canada, Russia, Usa, Moldavia e Kazakhstan.
Le analisi sulle micotossine fanno seguito ai controlli, sempre realizzati dal Ministero della Salute, su pesticidi e fitofarmaci (Controllo Ufficiale Sui Residui Di Prodotti Fitosanitari Negli Alimenti), divulgati a giugno. Anche in quel caso, nessun campione di grano duro è risultato fuorilegge.
Certi allarmismi sulla sicurezza sia del frumento tenero, sia del grano duro importati sono quindi fuori luogo. In Italia disponiamo di servizi di controllo efficienti. Inoltre, la sicurezza alimentare è di pertinenza, per la quasi totalità dei temi, del Ministero della Salute, a dimostrazione che l’Italia crede nello stretto rapporto tra cibo e salute.
I problemi all’origine della crisi del comparto cerealicolo sono i comportamenti speculativi per condizionare il mercato, l’eccesso di importazioni non sempre giustificato e soprattutto la mancanza di un progetto organico di valorizzazione del grano italiano di qualità: il famoso piano cerealicolo nazionale più volte annunciato, ma sempre rimasto sulla carta.
Occorre assicurare una migliore organizzazione del comparto, incentivare contratti di filiera capaci di garantire una più equa redistribuzione del valore e ottenere la massima trasparenza nella formazione del prezzo. Misure non più rinviabili per permettere un cambio di passo e sostenere la redditività per gli agricoltori e la qualità del vero Made in Italy per i consumatori.