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Uova al fipronil, trovati alcuni campioni positivi, ma non c’è motivo per allarmarsi. Le migliori garanzie sono l’indicazione d’origine e la tracciabilità.
Scritto il 22-08-2017 da Ufficio stampa | Categoria: Veterinaria
Alcuni campioni positivi al fipronil sono stati trovati in Italia. In realtà si tratta di una contaminazione minima, sia in termini di pezzi che di quantità di insetticida rinvenuto.
Il fipronil, il cui nome chimico completo è fluocianobenpirazolo, è un insetticida utilizzato per eliminare zecche, pulci e altri parassiti.
Il rischio per la salute umana dipende – come sempre – dalla quantità ingerita, ma può essere considerato molto basso per il normale consumo di uova. Secondo le stime di molti organi di vigilanza per la sicurezza alimentare, è considerata accettabile un’assunzione massima pari a 0,009 milligrammi di fipronil al giorno per chilogrammo di peso corporeo. Considerando che finora la concentrazione massima di fipronil identificato nelle uova (in Belgio) è pari a 1,2 milligrammi di fipronil per chilogrammo di uova, si può stimare che un adulto medio di 70 chilogrammi possa consumare fino a 7-10 uova contaminate al giorno (a seconda della loro dimensione, 7 grandi o 10 piccole, pari a circa 500 grammi) per rimanere entro i limiti di sicurezza.
L’indicazione di origine delle uova e la tracciabilità restano le migliori garanzie per il consumatore, ma non c’è motivo per allarmarsi: anche nella peggiore delle ipotesi, ossia l’uso di uova contaminate all’interno degli stabilimenti di lavorazione industriale, la quantità di fipronil presente in questi alimenti sarebbe inferiore di svariati ordini di grandezza rispetto ai limiti di sicurezza.