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Riso: Italia, Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Portogallo e Romania chiedono l’attivazione della clausola di salvaguardia
Scritto il 19-07-2017 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazione erbacee
Per affrontare l’attuale situazione del settore risicolo, l’Italia – insieme a Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Portogallo e Romania – ha sollecitato un intervento urgente alla Commissione europea per rendere operative misure adeguate a sostegno del comparto.
In particolare, i ministri dell’agricoltura hanno sottoscritto a Bruxelles, in occasione del Consiglio dei Ministri UE, un documento strategico con 4 richieste fondamentali:
– attivare la clausola di salvaguardia per le importazioni dai Paesi EBA e valutare la possibilità di rimuovere i vincoli che impediscono l’efficace applicazione delle misure di salvaguardia per le importazioni dai PMA e da altre origini nel Sistema delle Preferenze Generalizzate;
– riconoscere la specificità del settore nella nuova Politica agricola comune;
– potenziare modelli di etichettatura attraverso adeguate iniziative per aumentare il consumo del riso prodotto nell’Unione europea;
– approfondire gli studi per valutare gli effetti che questi sistemi riguardanti i Paesi meno sviluppati e i Sistemi di Preferenze Generalizzate hanno avuto sui diritti sociali e dei lavoratori nei Paesi EBA, come anche le conseguenza ambientali dei sistemi di produzione locali.
“La crisi del settore è a livello europeo – afferma il ministro Maurizio Martina – e come tale va affrontata. La salvaguardia del reddito dei nostri produttori è una priorità e per questo continuiamo la nostra battaglia, insieme ad altri sette Paesi dell’Ue che rappresentano praticamente tutta la produzione risicola europea, chiedendo alla Commissione un intervento concreto e immediato. Non possiamo più permetterci uno squilibrio di mercato come questo, frutto di accordi che mettono in difficoltà i nostri agricoltori oggi e che in prospettiva rischiano di azzerare la produzione europea. È il momento delle risposte per invertire la tendenza, tutelando le produzioni, i paesaggi coinvolti nelle produzioni e garantendo allo stesso tempo sicurezza e trasparenza ai consumatori”.