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Riformare e semplificare il sistema Aia, burocratico e scarsamente efficace

Scritto il 26-06-2017 da Ufficio stampa | Categoria: zootecnia

Una nota del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha comunicato alle Regioni che la ripartizione per il cofinanziamento del Piano nazionale dei controlli sulla produttività animale svolti dalle Associazioni Allevatori, a causa del ridimensionamento della spesa pubblica, passerebbe dagli attuali circa 22,5 milioni di euro a soli 7 milioni.

Gli assessori regionali all’agricoltura di Piemonte ed Emilia Romagna Giorgio Ferrero e Simona Caselli hanno inviato una lettera al coordinatore della Commissione politiche agricole Leonardo di Gioia perché chieda un incontro urgente al ministro Maurizio Martina per discutere del taglio.

Il ministro Martina ha risposto ai due Assessori che la decisione non é sua, ma é frutto di un’intesa in Conferenza Stato Regioni tra il ministero dell’Economia e i presidenti delle Regioni.

Indipendemente da chi porta la responsabiltà del taglio, per la Cia questa occasione deve essere colta per avviare un percorso che porti alla riforma ed alla semplificazione del sistema Aia che, come ha sottolineato il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, é troppo burocratizzato e scarsamente efficace. Un vero e proprio carrozzone. I libri genealogici e i controlli funzionali, ha proseguito Scanavino, sono elementi essenziali per la salvaguardia e la valorizzazione degli allevamenti italiani, ma la loro gestione va profondamente rinnovata.

E’ inoltre inaccettabile che sia resa obbligatoria, per l’accesso ad attività istituzionali, l’iscrizione ad un sistema chiuso qual é l’Aia, all’interno della quale una sola organizzazione esercita una posizione egemone, mentre dovrebbero essere garantite partecipazione e pluralismo.

In passato una sorta di gentlemen’s agreement fra le organizzazioni agricole consentiva una gestione “unitaria” di Aia. Poi quel patto non scritto, quel gentlemen’s agreement, si è rotto e oggi il sistema Aia è “governato” dalla sola Coldiretti. Una rottura che è un’ulteriore conferma di quanto sia purtroppo distante la possibilità di una politica unitaria per il settore zootecnico, nonostante sia essa indispensabile per far fronte alle difficoltà che il settore sta attraversando. E le responsabilità sono chiare.

Perplessità sul ruolo dell’Aia sono state espresse in più occasioni anche da Agrinsieme (il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari), per la quale occorre ripensare all’attuale regime antistorico di monopolio per molti servizi tecnici e di controllo funzionale del bestiame.

Lodovico Actis Perinetto – Presidente Cia Piemonte

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