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La Cia: occorre trovare validi strumenti alternativi ai voucher
Scritto il 12-06-2017 da Ufficio stampa | Categoria: burocrazia
Lo sforzo del governo volto a introdurre nuovi strumenti, in sostituzione dei voucher, per il lavoro accessorio è apprezzabile, ma non è altrettanto apprezzabile il risultato. Con i “nuovi voucher”, ovvero il “Libretto famiglia” e il “Contratto di prestazione occasionale”, si rischia di allargare la piaga del lavoro nero, invece di contenerla. Le procedure previste dalla nuova disciplina sono troppo complicate. Rendono la vita più difficile alle microimprese, alle famiglie ed a tutti quei soggetti che si collocano ai margini del mercato del lavoro ed avevano trovato nei voucher un modo per integrare il loro reddito. La Cia-Agricoltori Italiani sta lavorando perché la normativa venga rivista e si mettano a disposizione delle imprese agricole strumenti di flessibilità più efficaci, più semplici ed adeguati alle esigenze.
In agricoltura l’uso dei voucher si è rivelato non solo utile, ma è sempre avvenuto all’interno della logica del lavoro occasionale, come era nelle intenzioni del legislatore, a differenza di altre situazioni.
In agricoltura sono stati venduti nel 2016 solo 2.210.440 voucher, addirittura in calo rispetto all’anno precedente e più o meno gli stessi del 2012, per un totale di oltre 380mila giornate di lavoro.
L’impresa agricola ha l’esigenza di una flessibilità strutturata per tutte quelle tipologie di attività che non richiedono specializzazione, ma che sono indispensabili, visto l’ineliminabile andamento stagionale delle produzioni agricole. Stiamo parlando, ad esempio, delle grande campagne di raccolta, come la vendemmia, che richiedono l’impiego intenso di manodopera, in un lasso di tempo molto breve e spesso anche non programmabile.
A ciò si deve aggiungere che l’uso dei voucher nel settore agricolo, per legge, era circoscritto a tre categorie: i pensionati, i giovani con meno di anni 25 “regolarmente iscritti ad un ciclo di studi presso l’Università o istituto scolastico di ogni ordine e grado”, compatibilmente con gli impegni scolastici, ed i percettori di prestazioni integrative del salario o sostegno al reddito. Inoltre per gli imprenditori agricoli committenti, il D.Lgs. 81 aveva introdotto il limite dei 2000 euro netti annui (2.666 euro lordi) di compenso per singolo prestatore.
L’agricoltura ha dimostrato che una regolamentazione seria impedisce l’abuso dei voucher. Ma ora che il dado è tratto bisogna pensare al futuro, trovando strumenti alternativi validi perché il rischio di aumento del lavoro nero esiste.