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Agricoltura biologica, la Commissione Agricoltura della Camera approva il testo unico
Scritto il 19-03-2017 da Ufficio stampa | Categoria: Biologico
“La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato il testo unico sull’agricoltura biologica, si tratta di un primo fondamentale passaggio atteso da anni dall’intero comparto”: è quanto dichiarano i deputati Pd Massimo Fiorio e Alessandra Terrosi, rispettivamente primo firmatario e relatore della proposta di legge “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”.
“Ci auguriamo – proseguono Fiorio e Terrosi – che la legge venga approvata dalla Camera entro aprile. Il testo presenta infatti norme innovative capaci di supportare un settore, che ha superato nel 2016 i 4,8 miliardi di euro di cui 1,6 legati all’export, ma che registra tutt’ora dati comunque inferiori ai mercati di Francia e Germania”.
“Il provvedimento – concludono Fiorio e Terrosi – ha infatti riconosciuto l’agricoltura biologica quale attività di interesse nazionale con funzioni sociali ed economiche rilevanti, capace di promuovere la sicurezza alimentare ed il benessere degli animali e ridurre le emissioni nocive. Sono presenti anche norme che stanziano risorse per l’apposito fondo, rafforzano il ruolo della ricerca, promuovono l’aggregazione imprenditoriale della filiera e disciplinano la vendita delle sementi biologiche”.
Il nuovo testo prevede la stipula di contratti di rete tra le imprese della filiera biologica, favorisce la costituzione di distretti biologici, assegnando loro fondamentali competenze nell’integrazione tra le attività agricole e le altre attività economiche presenti nell’area del distretto stesso, e disciplina le organizzazioni dei produttori e le organizzazioni interprofessionali nella filiera biologica, conferendo loro una specifica connotazione quali organizzazioni multi-prodotto.
Una novità introdotta nel testo riguarda la disciplina in tema di sementi biologiche: viene consentito il diritto di vendita diretta – in ambito locale e per piccole quantità – agli agricoltori che producono sementi non iscritte al registro, nonché il diritto al libero scambio delle medesime, mantenendo ovviamente salve le competenze delle regioni in materia.