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Si è chiusa un’annata agraria molto difficile per latte e grano
Scritto il 14-11-2016 da Ufficio stampa | Categoria: Produzioni piemontesi
La scadenza di San Martino (11 novembre) rappresenta da sempre la fine dell’annata agraria ed è quindi un’occasione per tracciare un primo bilancio. Quella che si è chiusa é stata un’annata sicuramente difficile per i produttori di latte e di grano, i cui prezzi all’origine sono precipitati largamente al di sotto dei costi di produzione. Gli interventi fino a qui messi in campo dall’Unione Europea e dal Governo non hanno dato risultati significativi. Prezzi non adeguati anche per il mais nazionale che viene pagato meno del mais biotech di importazione.
In crisi anche la zootecnia da carne. Le cause sono molteplici: la diminuzione dei consumi, la pressione competitiva degli altri Paesi, la scarsa valorizzazione del prodotto nazionale la normativa sullo spandimento dei reflui, le nuove regole per le emissioni in atmosfera. Gli allevatori sono preoccupati anche per le ricorrenti campagne di stampa contro il consumo di carne rossa, basate il più delle volte su studi e ricerche prive di criticità, superficiali, con molte incongruenze e con conclusioni viziate dai pregiudizi.
Qualche sospiro di sollievo hanno potuto tirare i suinicoltori, soprattutto negli ultimi messi, perché i prezzi della carne di maiale sono risaliti. E’ stata invece un’annata “sufficiente” per la frutta e buona per l’uva da vino.
Il riso è sempre alle prese con l’eccesso di importazioni dall’estremo oriente che fanno concorrenza al nostro prodotto ed i produttori sono sempre in attesa che l’Ue ripristini i dazi.
Rimangono ancora lontani da una soluzione gli annosi problemi dell’agricoltura, in primis l’eccesso di burocrazia. Il mondo agricolo ha dovuto fare i conti nel 2016, come negli anni precedenti con una molteplicità di leggi e disposizioni tra le quali gli agricoltori sono in difficoltà a districarsi.
Poco o nulla è stato fatto anche per quanto riguarda il contrasto alla proliferazione della fauna selvatica che danneggia i raccolti. Si tratta di un problema molto sentito dagli agricoltori, che la Cia del Piemonte ha messo più volte in evidenza, senza però che Istituzioni siano ancora intervenute in maniera efficace.