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Il fast food del pensiero agricolo
Scritto il 26-09-2016 da Ufficio stampa | Categoria: Senza categoria
Ormai solo qualche studioso e qualche vecchio dirigente contadino sanno chi era Manlio Rossi Doria, il più intelligente e competente studioso dei problemi agricoli italiani dall’unità ai primi anni ottanta, morto nel 1986.
Egli capiva molto più di chiunque altro accademico e politico italiano di agricoltura perché disponeva non solo di una solida conoscenza della storia, ma aveva coltivato anche la propria formazione scientifica, studiando molta chimica, l’entomologia e la botanica.
Per uno come lui ora ci sarebbe poco spazio. Il posto dei veri pensatori è stato preso dai guru mediatici. Le lucide analisi di Manlio Rossi Doria sono state sostituite da slogan, tanto suggestivi quanto superficiali.
Chi studia e si impegna, chi cerca di affrontare un ragionamento evidenziando le complessità del rapporto tra agricoltura e sviluppo, esce ormai penalizzato dal confronto con i guru del fast food del pensiero, che offrono soluzioni non semplici, ma semplicistiche e soprattutto di grande impatto emotivo, che fanno preso su quella parte di società che conosce l’agricoltura solo sui giornali o attraverso i programmi televisivi che la domenica raccontano l’agricoltura.
I guru del fast food del pensiero agricolo amano l’agricoltura di una volta, se non quella tutta zappa e bicipiti, almeno quella di prima della rivoluzione verde. La produttivià é una parolaccia. Le biotecnologie sono il diavolo. I laudatores temporis acti sono sempre esistiti, ma oggi trovano molto ascolto perché il futuro appare particolarmente nebuoloso e ricco di incognite, invece il passato, fatto di cose conosciute e quindi rassicuranti, attrae. La nostalgia però è una brutta bestia che fa apparire bello anche ciò che era brutto. Una volta dominavano la povertà e l’insicurezza alimentare. Oggi c’é molto più cibo per tutti ed é più sicuro.Ma nostalgia per nostalgia, perché non auspicare un ritorno anche ai bei tempi quando gli esperti di agricoltura erano davvero esperti in agricoltura e non esperti soprattutto in comunicazione? Forse i veri esperti in agicoltura ci potrebbero aiutare ad affrontare meglio i problemi del presente e del futuro.