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L’embargo russo resta fino al 31 dicembre 2017, gravi le conseguenze per il settore agricolo
Scritto il 05-07-2016 da Ufficio stampa | Categoria: Europa
Il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha approvato l’estensione del cibo di importazione dell’embargo della Russia fino alla fine del 2017. I prodotti oggetto del divieto di importazione, che si rivolge ai Paesi che hanno introdotto sanzioni contro la Russia, rimane invariato. L’ultimo incontro tra Putin e Renzi a San Pietroburgo sembrava inizialmente potesse favorire un clima di distensione tale da portare alla fine dell’embargo. Così non è stato.
L’embargo russo continuerà quindi a pesare sulle spalle delle nostre imprese agricole per i prossimi due anni. Iniziato nell’agosto 2014, è già costato agli agricoltori italiani, secondo alcune stime, quasi 400 milioni di euro. Secondo altre stime quasi 600 milioni di euro. Le esportazioni, verso un mercato fino a qualche tempo fa strategico, si sono dimezzate. Gravi anche gli effetti sul Piemonte. Ad essere colpito è soprattutto il settore ortofrutticolo, ma anche altri settori stanno soffrendo, ad esempio il lattiero-caseario.
In questi due anni, la Cia è stata sempre in prima linea nell’invocare soluzioni diplomatiche per la riapertura dei commerci con la Russia e misure efficaci per aiutare gli agricoltori colpiti dalla crisi. La Cia ha messo in campo anche una serie d’iniziative per chiedere un cambiamento di rotta, culminate con la mobilitazione nazionale del 5 maggio scorso che ha visto migliaia di agricoltori protestare nelle principali piazze italiane.
Il ministro Martina, nonché alcuni esponenti delle Istituzioni, sembrano aver preso coscienza della gravità della situazione. Gli agricoltori italiani si augurano un maggior impegno dell’Italia e dell’Europa per una risoluzione celere e definitiva della crisi.
Gabriele Carenini – Vice Presidente Cia Piemonte