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“Torino Bio”: interessante workshop e grande successo della mostra-mercato dedicati all’agricoltura biologica
Scritto il 30-05-2016 da Ufficio stampa | Categoria: Biologico
Comunicare i valori dell’agricoltura biologica, attraverso le parole e i prodotti della terra. Questo l’obiettivo di “Torino Bio”, la manifestazione che la Cia, con la sua associazione Anabio, ha tenuto il 28 e 29 maggio scorso nel capoluogo piemontese all’interno di “Green Weeks”, la rassegna promossa da Città di Torino e Fondazione Torino Smart City in programma fino al 5 giugno per celebrare la Giornata Mondiale dell’Ambiente.
Scopo di “Green Weeks” avvicinare i cittadini ai grandi temi della sostenibilità con un intenso programma di eventi legati al verde urbano, all’agricoltura e alimentazione biologica, alle “Smart City”, all’impegno culturale e artistico verso il “green”.
Cia e Anabio hanno scelto di inserirsi nel cartellone delle iniziative di “Green Weeks” con un workshop sul presente e il futuro dell’agricoltura “bio” in Italia e una mostra-mercato delle migliori produzioni biologiche.
Il bio è un settore in una crescita costante che va avanti dal 2000 e che nei primi 4 mesi del 2016 ha già fatto registrare un incremento del 19 per cento della fatturato delle aziende che coltivano vendono o trasformano prodotti biologici. Un aumento che si è portato dietro l’ampliamento delle superfici dedicate, che ha modificato la geografia produttiva in Italia, ma che ha anche aumentato il divario tra i prezzi pagati ai produttori bio e quelli dei coltivatori tradizionali. Non è un caso che i primi crescano con una media del 6% all’anno.
Il bio, ha spiegato il Presidente nazionale Dino Scanavino durante il workshop, “può fare da traino all’intero comparto che sta attraversando momenti di difficoltà, dal latte al maiale”.
Antonio Sposicchi, direttore Anabio ha raccontato i numeri. Nel 2014 il fatturato del segmento valeva 2,1 miliardi che diventano 2,5 se si aggiunge la voce food-service (ristorazione e bar). Lo hanno realizzato 55.433 operatori che hanno coltivato tra foraggio, pascoli, cereali e oliveti e vigneti, circa 1,4 milioni di ettari coltivati a bio, oltre l’11% della Sau. In crescita anche la zootecnia.
Il presidente Anabio, Federico Marchini, e con lui la presidente piemontese dei giovani Cia, Raffaela Mellano, che tra l’altro guida una cooperativa nel canavese che fornirà per tre anni la carne biologica a McDonald’s, hanno preferito sottolineare la sostenibilità sociale dell’agricoltura Bio che “consuma in media il 25% in meno di energia dell’agricoltura convenzionale e meno della metà di energia derivata da fonti fossili, principale causa della produzione dei gas serra, per unità di prodotto realizzato”.
Ecco perché, secondo Lodovico Actis Perinetto, presidente piemontese della Cia, “non è un caso se le stime indichino come un italiano su 5 prediliga l’acquisto di prodotti da agricoltura “Bio” e uno su dieci inserisca nella propria busta della spesa, ogni mese, almeno un prodotto “Bio”: latte, uova, vino, frutta e verdura in testa alla lista delle preferenze”.