In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
OGM: QUANDO IL RISCHIO NON E’ LA CONTAMINAZIONE, BENSI’ LA CONFUSIONE
Scritto il 06-02-2016 da Ufficio stampa | Categoria: Ogm
Lo scorso 3 febbraio il Parlamento europeo ha votato le mozioni presentate da alcuni deputati che chiedono alla Commissione di ritirare l’autorizzazione all’uso in alimenti e mangimi di tre varietà di soia ogm resistenti al glifosate.
Sul tema è intervenuta la vicepresidente di Slow Food Italia, Cinzia Scaffidi, secondo la quale “Ogni ogm autorizzato rappresenta una minaccia per tutti gli agricoltori, in particolare quelli che praticano agricoltura biologica, esposti così al rischio di contaminazione”.
Anche se la Commissione, deplorevolmente, dovesse confermare l’autorizzazione all’importazione delle tre nuove varietà di soia ogm, queste verrebbero impiegate esclusivamente nell’alimentazione animale come mangime. La coltivazione delle nuove varietà rimarrà invece vietata. Quindi quelli che praticano agricoltura biologica, qualsiasi sia la decisione della Commissione, non saranno in alcun modo esposti al pericolo di contaminazione. Non occorre essere esperti per sapere che – a differenza delle piante geneticamente modificate, per le quali esiste il rischio che si comportino come specie invasive – é impossibile che i mangimi ogm possano contaminare i campi coltivati.
Qualcuno dovrebbe spiegare a Slow Food la differenza tra utilizzo di soia ogm in un mangime e coltivazione in campo. Al momento il rischio non è la contaminazione, bensì la confusione.
Riguardo alla questione delle “facili” autorizzazioni all’importazione di nuove varietà ogm concesse dalla Commissione, il sospetto é che ciò sia la conseguenza del patto di non belligeranza, non dichiarato ma effettivo, stretto dall’Europa con le multinazionali del settore, che hanno accettato di non insistere con la richiesta di liberalizzazione delle coltivazioni, a condizione che l’Europa continui ad essere un mercato aperto all’importazione di prodotti transgenici coltivati all’estero.
La Commissione Ue aveva adottato una proposta di regolamento per consentire agli Stati membri di vietare, non solo la coltivazione, ma anche l’utilizzo di alimenti e mangimi geneticamente modificati sul proprio territorio nazionale. La proposta è stata però respinta dal Consiglio e dall’Europarlamento in seduta plenaria.