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I MANGIMI OGM SONO PERICOLOSI. LO DICE UNA RICERCA UNIVERSITARIA ……. TAROCCATA
Scritto il 11-02-2016 da Ufficio stampa | Categoria: Ogm
Il professor Infascelli, titolare della cattedra di Nutrizione e alimentazione animale presso lo storico ateneo Federico II di Napoli, nel corso di un’audizione in Senato (nel luglio scorso) sostenne la pericolosità di alcuni mangimi contenenti Ogm, ma il problema non é solo che nei suoi studi c’erano degli errori, ma che quegli “sbagli” erano voluti, frutto di mistificazioni e manipolazioni finalizzate a dimostrare la pericolosità degli Ogm.
Infascelli non é un ricercatore qualsiasi, ma un esponente di primo piano del movimento anti ogm. Basta una rapida ricerca in rete per scoprire che il professore è tra gli autori di un libretto divulgativo intitolato “Scienza incerta e dubbi dei consumatori” promosso da Slow Food, che ha partecipato il 30 giugno scorso a Roma a un convegno intitolato “Futuro della ricerca e applicazione degli Ogm in agricoltura” organizzato dalla senatrice Elena Fattori del M5S ed a incontri vari sempre in collaborazione con Slow Food e l’amministrazione comunale napoletana.
Le sue parole in Senato attirarono l’attenzione della senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo, che dopo aver esaminato i lavori di Infascelli, dopo avergli segnalato invano alcune incoerenze, si è rivolta all’ateneo di Napoli denunciando la manipolazione delle ricerche in questione, sottolineando il danno arrecato all’interesse del Paese e della scienza italiana.
Giunto a conoscenza dei fatti, il rettore Gaetano Manfredi nominò una commissione d’indagine che mise sotto esame le ricerche e bocciò l’operato professore Infascelli, parlando di “violazioni molto gravi”, di manipolazioni delle foto, di “volontà di fabbricare un risultato sperimentale non esistente”. Accuse confermate anche dopo aver letto le controdeduzioni presentate da Infascelli e dal suo gruppo.
Il rettore, sentito il Senato accademico, ha deciso che le sanzioni non potessero andare solo al coordinatore del gruppo. Oltre al professore Infascelli, sono stati sanzionati i ricercatori Vincenzo Mastellone, Fulvia Bovera, Giovanni Piccolo e Maria Elena Pero, i professori associati Monica Isabella Cutrignelli, Nicola Mirabella e Serena Calabrò, il docente ordinario Luigi Avallone. E, soprattutto, la ricercatrice Raffaella Tudisco e il professore associato Pietro Lombardi, in quanto autori corrispondenti.
Per tutti loro, l’onta di un richiamo formale che parla di “volontà di fabbricare un risultato sperimentale non esistente” e di “violazioni che è molto improbabile siano state frutto di un errore”.
D’ora in avanti ogni loro ricerca sarà supervisionata e stracontrollata, ed ogni risultato, ogni foto, ogni parola o dettaglio dello studio, in originale, sarà affidato al direttore di dipartimento perché lo custodisca. Qualsiasi ricerca che non accetti di infilarsi in questo imbuto, che non si sottoponga a questo filtro, non potrà avvalersi dei fondi o delle strutture dell’ateneo, non potrà accampare il prestigio del nome della Federico II.
Intanto, e questo pesa forse più delle sanzioni dell’ateneo, perché manda al diavolo la reputazione dei ricercatori in questione, le riviste che avevano accolto le ricerche del gruppo hanno chiesto la retraction, una ufficiale ritrattazione. La vicenda è finita sulla stampa internazionale, su riviste del prestigio di Nature, su quel Retraction Watch che è una sorta di catalogo delle ritrattazioni scientifiche, un “indice” che i responsabili delle riviste consultano inesorabilmente prima di dare l’ok ad una pubblicazione.