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PROSEGUE IL (LENTO) CAMMINO DEL DDL CHE REINTRODUCE L’INDICAZIONE OBBLIGATORIA IN ETICHETTA DELLA SEDE DELLO STABILIMENTO DI PRODUZIONE O DI CONFEZIONAMENTO
Scritto il 09-11-2015 da Ufficio stampa | Categoria: Europa
Il ddl sulla reintroduzione dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari ha avuto il via libera del Governo e tra poco arriverà in Parlamento per l’approvazione definitiva.
La sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento é un’informazione doverosa cui i consumatori ed i produttori hanno diritto, ma che la Ue aveva cassato, concedendo pero’ agli Stati membri la facoltà di reintrodurla. Finalmente il Cdm ha approvato il disegno di legge di delegazione europea.
L’obbligo di indicazione riguarderà gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. Non bisogna pero’ fermarsi qui. La battaglia deve continuare in sede Ue, perché l’etichettatura di tutti i prodotti alimentari che circolano in Europa sia sempre più completa e comprenda, oltre che lo stabilimento di produzione o di confezionamento, anche l’indicazione dell’origine degli alimenti. Per la Cia si tratta di un punto cruciale per la valorizzazione della distintività del modello agroalimentare italiano.
Le norme sull’etichettatura dei prodotti, compresa l’indicazione dell’origine, sono una questione di esclusiva competenza dell’Ue. L’Italia ha provato in diversi momenti a forzare la mano, approvando leggi nazionali in palese contrasto con i principi europei sull’etichettatura, ma ha sempre dovuto fare delle clamorose retromarce.
Le Organizzazioni agricole, che intendono veramente battersi per modificare l’attuale normativa Ue, devono quindi lavorare convincere le altre organizzazioni europee degli agricoltori ed i Governi degli Stati membri che l’etichettatura d’origine estesa a tutti gli alimenti è nell’interesse generale.