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CAMPAGNA DI PROMOZIONE DEI CIBI ITALIANI NEGLI USA ED IN CANADA
Scritto il 26-11-2015 da Ufficio stampa | Categoria: Consumi
Il Vice Ministro dell’economia, Carlo Calenda, ha presentata alla Camera la compagna di promozione strategica del cibo 100% made in Italy in Usa e Canada, che sono i mercati con il maggiore potenziale per il nostro agroalimentare. Con il Canada è stato siglato recentemente un accordo di libero scambio. Con gli Usa l’Europa sta giocando l’importante partita del Ttip. Il piano di promozione in Usa vale 40 milioni divisi in tre anni.
Le iniziative su cui si concentrerà la compagna di promozione saranno soprattutto tre: l’accordo con la Gdo, per portare sullo scaffale il prodotto che oggi non c’è. “In America il cibo italiano – ha detto Calenda – viene considerato ancora come ’comfort food’, noi vorremmo che il cibo italiano fosse acquistato non solo perché piace ma anche perché fa bene”. Secondo tassello: un lavoro con un sistema fieristico nazionale che non si faccia la guerra, ma che lavori insieme in sinergia. Terzo tassello quello dei piani media: “Abbiamo concentrato gli sforzi – ha proseguito Calendo – su quattro stati New York, California, Texas e Illinois. In seguito saranno fatti anche in altri stati”.
L’export agroalimentare lo scorso anno è stato di 34 miliardi di euro. Quest’anno, anche grazie al volano di Expo, siamo già a quota 37 miliardi. Questo testimonia che nel mondo c’è tanta voglia di italianità. Se si riuscisse a contrastare le contraffazioni e soprattutto l’Italian Sounding, cioè gli alimenti finto italiani che fatturano circa 60 miliardi di euro, il nostro export potrebbe crescere esponenzialmente.
Si calcola che nella sola Ue la partita tra il finto italiano e quello vero vede la nostra sconfitta per due a uno: due prodotti italian sounding venduti per ogni prodotto autentico. Negli Stati Uniti e in Canada il ‘simil-italiano’ supera il vero made in Italy di quasi 10 a 1. La quasi totalità dei formaggi di “tipo italiano” commercializzati negli Stati Uniti sono tarocchi, nonostante il loro nome richiami esplicitamente le nostre specialità casearie più note, dal Grana Padano al Gorgonzola. Nel Nord America la riconquista delle quote di mercato ‘scippate’ varrebbe 24 miliardi di euro, a cui si dovrebbero aggiungere tre miliardi di contraffazione vera e propria.
Riappropriarsi della zona grigia dell’Italian sounding è una questione nodale per lo sviluppo dell’export dei prodotti italiani.