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PER LE ASSOCIAZIONI CARITATIVE D’OLTRALPE LA LEGGE FRANCESE CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE E’ UN “REGALO AVVELENATO”. ANCHE DAL PIEMONTE UNA LEGGE CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE?

Scritto il 02-06-2015 da Ufficio stampa | Categoria: Consumi

Si sta dibattendo in questi giorni sui media nazionali dello spreco alimentare dopo che l’Assemblea Nazionale Francese ha approvato una legge che di fatto istituisce il reato di “spreco alimentare”, per cui non sarà più possibile per i supermercati smaltire l’invenduto gettandolo nella spazzatura quando ancora edibile. Il patron di Slow Food, Carlin Petrini, su “La Repubblica” si è detto speranzoso che presto lo stesso reato venga introdotto anche in Italia. Ma è davvero un modello da imitare?

Le legge francese obbliga i supermercati a donare agli enti caritatevoli il cibo invenduto, ma ancora commestibile, per combattere lo spreco e nello stesso tempo la malnutrizione. La norma riguarda i supermercati con una superficie maggiore di 400 metri quadrati.  Pena per chi non rispetta le regole: 400 euro di multa, somma molto ridotta considerando la proposta nella bozza iniziale di 75mila euro e due anni di carcere.

Scontate le lagnanze dei rappresentanti della grande distribuzione, preoccupati che i nuovi obblighi costringeranno i supermercati a spendere molti soldi per organizzare le procedure di stoccaggio e distribuzione del cibo invenduto, ma anche le associazioni caritative hanno espresso delle forti perplessità. “Restos du coer”, la più importante rete di associazioni francesi per la distribuzione di pasti a persone bisognose e in difficoltà, nata da un’iniziativa dell’attore comico Coluche, ha definito la legge un “regalo avvelenato” e ne ha spiegato anche il perché.

La stragrande maggioranza dei pacchi alimentari distribuiti dalle associazioni caritative ai bisognosi é composta da prodotti a lunga e lunghissima conservazione, come pasta, conserve, carne in scatola, legumi, biscotti, farina, zucchero, olio, caffè, latte, omogeneizzati.  I “rifiuti” dei supermercati sono invece costituiti da prodotti freschi a breve scadenza, che le associazioni caritative, per questioni economiche, logistiche e strutturali, non sono attualmente in grado di gestire. I prodotti freschi sono infatti da conservare a basse temperature e vanno distribuiti e consumati rapidamente. Sarebbero quindi necessari investimenti importanti in camion frigo e nuove strutture di stoccaggio, che le associazioni non possono permettersi. La Federazione francese dei Banchi Alimentari teme che la palla dello spreco passerà dai supermercati alle associazioni non-profit. Si rischia cioè di trasferire gli sprechi dalla grande distribuzione ad altri soggetti, fingendo di aver risolto il problema.

La legge francese ha il merito di aver sollevata l’attenzione di media e pubblico sul tema dello spreco ed il rumore è sempre meglio del silenzio, ma se le intenzioni sono certamente buone, le conseguenze operative della legge sono tutte da verificare.

A questo proposito la Regione Piemonte ha quasi ultimato l’iter di approvazione della legge sullo spreco alimentare presentata dalla Consigliera Angela Motta come prima firmataria. Mancano il passaggio in Commissione bilancio per verificare i fondi disponibili ed il passaggio in Aula per l’approvazione definitiva. Forse sarebbe opportuno, prima di approvare la legge, che vengano sentite tutte le organizzazioni coinvolte, a partire dalle associazioni non profit che dovranno poi distribuire i prodotti alimentari. La loro opinione è fondamentale.