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Revisione delle macchine agricole, continuano a mancare le norme attuative
Scritto il 19-08-2019 da Ufficio stampa | Categoria: burocrazia
I ministri delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali, Gian Marco Centinaio, e delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, hanno firmato il Decreto di revisione generale delle macchine agricole e operatrici. Per i veicoli immatricolati entro il 31 dicembre 1983 va effettuata entro il 30 giugno 2021; per quelli immatricolati dal 1º gennaio 1984 al 31 dicembre 1995 la data è il 30 giugno 2022; per quelli immatricolati dal 1º gennaio 1996 al 31 dicembre 2018 la scadenza è il 30 giugno 2023; per quelli immatricolati dopo il 1º gennaio 2019 la revisione deve essere fatta al quinto anno entro la fine del mese di prima immatricolazione.
Tutto chiaro, quindi? Pare proprio di no.
Mancano le indicazioni su chi deve svolgere le revisioni e con quali modalità. Ad esempio, si domanda Luca Crosetto presidente dell’Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole (Arproma) della “Granda” e di parte del Piemonte, possono farlo i centri di revisione o anche i tanti meccanici del mondo rurale che hanno, comunque, le necessarie competenze per occuparsene?
E, poi, continua Crosetto, il trattore bisogna farlo frenare sui rulli o con un altro sistema? Non esistono i dettagli sul come operare nel concreto. Di conseguenza, la data delle revisioni viene continuamente spostata in avanti in quanto i ministeri competenti non riescono a trovare delle soluzioni.
E non solo. “Infatti. L’enorme criticità di quest’ultima proroga è che tutte le macchine immatricolate prima del 1983 dovrebbero essere revisionate entro il giugno 2021. Un’operazione praticamente impossibile dal punto di vista pratico, in quanto si tratta di milioni di mezzi che, essendo anche vecchi, hanno molti problemi da mettere a posto. In ogni caso, però, è una situazione da sanare”.