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Il comparto del Moscato necessita di nuove spinte e di stabilità per affrontare la complessità di un mercato in continua evoluzione
Scritto il 07-01-2020 da Ufficio stampa | Categoria: vino
Per il brindisi di Capodanno sono stappate all’estero più di 500 milioni le bottiglie di spumante italiano. Al secondo posto nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo, dopo il Prosecco, si é collocato l’Asti docg. Moltissimi abitanti del Pianeta hanno inoltre accompagnato i dolci con qualche bicchiere di Moscato d’Asti docg. Oltre l’85% degli 87 milioni di bottiglie di Asti e Moscato d’Asti Docg prodotte nel 2019 è stato collocato sui mercati internazionali.
L’Asti Docg aromatico è stato esportato prevalentemente sul mercato europeo, con in testa Russia (21%), Germania (13%), e poi Stati Uniti (10%).
I circa 35 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti sono invece stati richieste soprattutto negli Usa, che da soli assorbono il 66% del prodotto, seguiti da Italia (11%) e Corea del Sud (5%).
L’Asti Docg Secco, ad oggi prodotto in circa 2 milioni di bottiglie, oltre che in Italia (58%), è stato consumato anche in Giappone (16%) e Corea del Sud (5%).
L’Asti docg ed il Moscato d’Asti docg sono due prodotti strategici per il Piemonte. Tutti gli attori della filiera devono ricercare insieme, con il sostegno della buona politica, soluzioni intelligenti per rilanciare un comparto che dà lavoro a 4.000 famiglie e vive un momento di appannamento. Il comparto necessita di nuove spinte per affrontare la complessità di un mercato in continua evoluzione.
Per rilanciare il comparto occorre che le case spumantiere parlino un unico linguaggio con le parti agricole, con cui devono fare, come si dice, sistema, per dare al comparto quella stabilità che è tra i presupposti indispensabili per cogliere le opportunità che il mercato internazionale è in grado di offrire sia all’Asti docg, sia al Moscato d’Asti docg.