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Vitigni resistenti ed innovazione per un’agricoltura sempre più sostenibile
Scritto il 12-12-2019 da Ufficio stampa | Categoria: vino
I vini prodotti da varietà resistenti a peronospora ed oidio, oltre che alle temperature più rigide, nate dall’incrocio varietale e da anni ed anni di studio in laboratorio, sono una realtà. Di varietà se ne contano già un centinaio registrate in Europa, di cui dieci in Italia (basti pensare ai “Piwi”), ma tante altre sono in attesa di registrazione ufficiale.
Secondo la risoluzione 609-2019 dell’Oiv – Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino tali vitigni: “devono evitare l’uso di nomi che potrebbero creare confusione con le varietà esistenti, in particolare quelle già permesse dalla legge vigente ed utilizzate in etichetta sui prodotti commerciali esistenti”. La questione dovrà essere risolta con un regolamento comunitario, che sarà poi adottato dai diversi Paesi della Ue.
Dai cittadini arrivano richieste pressanti di un’agricoltura sempre più sostenibile, ma ciò richiede la creazione, la condivisione e l’applicazione di nuove conoscenze e nuove tecnologie. L’utilizzo dei vitigni resistenti alle malattie permetterà di ridurre l’utilizzo di antiparassitari e di conseguire un significativo risparmio energetico ed economico, migliorando quindi in modo consistente l’impatto ambientale e garantendo produzioni più salubri per il consumatore finale.
E proprio a proposito di vitigni resistenti, il 27 novembre scorso il presidente regionale della Cia, Gabriele Carenini, affiancato dal suo vice, e presidente di Cia Asti, Alessandro Durando, e dall’intera giunta provinciale della Confederazione, hanno presentato all’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, in visita all’Istituto tecnico agrario ‘G. Penna’ di Asti, il Progetto sui vitigni resistenti che l’Istituto sta portando avanti in collaborazione con la locale Cia, già oggetto di un importante convegno organizzato dalla Cia in occasione della Festicamp dello scorso mese di luglio.