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De Castro, no all’etichetta “nutriscore”, si all’etichetta “a batteria”. Carenini: “I consumatori devono essere trattati da maggiorenni in grado di decidere liberamente quali cibi e bevande assumere, conoscendone l’origine ed il contenuto”
Scritto il 09-12-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Etichette
“La maggioranza dei consumatori europei vuole conoscere l’origine dei prodotti che acquistiamo e arrivano sulle nostre tavole. Come Parlamento europeo lavoriamo in questa nuova legislatura per introdurre un quadro normativo obbligatorio a livello europeo, che imponga l’indicazione di origine sui prodotti agroalimentari”. Così Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, concludendo la due-giorni di lavoro che il Global Food Forum organizzato da Farm Europe ha dedicato alle sfide che attendono l’agroalimentare europeo.
Per De Castro, “solo una legislazione unica potrà affrontare adeguatamente anche l’importante tema delle indicazioni nutrizionali in etichetta, mettendo fine ai sistemi volontari che semplificano eccessivamente le informazioni con una etichetta a colori – come il sistema a ‘semaforo’ inglese o il ‘nutriscore’ francese – che non offre indicazioni sui nutrienti presenti e scientificamente valide al consumatore”. “Sono sistemi – precisa l’eurodeputato Pd – che commettono l’errore di differenziare i cibi tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, condizionando le scelte di chi acquista e paradossalmente facendo il gioco dei produttori extra-europei. Del resto, come spiegare che su Grana Padano e olio d’oliva extra vergine venga posto un bollino rosso, perché considerati prodotti non salutari, e su una bibita gasata light il bollino verde, promuovendola a pieni voti?”.
Per De Castro “è quindi necessario che sulla confezione di ogni alimento venga riportato in percentuale l’impatto nutrizionale di una porzione di quello stesso alimento, rispetto alla dieta giornaliera di un individuo. Da questo punto di vista – precisa l’eurodeputato – pare più coerente il sistema di etichettatura ‘a batteria’ che il governo italiano ha recentemente presentato a Bruxelles”.
L’etichetta a semaforo è una scorciatoia informativa. Penalizza erroneamente il Made in Italy e non induce i consumatori a compiere scelte più salutari, dato che, a differenza dell’etichetta “a batteria”, mette l’accento sui singoli alimenti piuttosto che sull’alimentazione nel suo insieme. Una buona dieta si ottiene attraverso un’alimentazione varia e bilanciata, con un’appropriata assunzione di tutti i nutrienti.
“I consumatori – afferma il Presidente regionale della Cia, Gabriele Carenini – devono essere trattati da maggiorenni in grado di decidere liberamente quali cibi e bevande assumere, conoscendone l’origine ed il contenuto, e non da eterni minorenni a cui bisogna ogni volta dire che cosa possono o non possono mangiare o bere. Per questo motivo la Cia é nettamente contraria all’etichetta a semaforo ed invece é pienamente favorevole alle etichette che informano correttamente i consumatori”.